Commento settimanale del vecchio Grim, analisi della situazione e consigli d’investimento.
Macro/Micro : reality check multiplo.
Usa
– Fed downplays tariff, quanto meno per l’impatto sull’inflazione a medio termine, riducendo invece la crescita del real gdp in 3 mesi dal 2.1% all’ 1.7%; essa sostiene che gli hard data sono solidi, diversamente da quelli survey; rifugiandosi nell’ incertezza dello scenario macro, per giustificare la netta riduzione annua della gdp growth.
La previsione di 2 tagli dei tassi, che si accompagna a un netto slowdown di QT, è coerente con un’inflazione (per dazi) più alta al 2.8% dell’anno in corso, reputata però temporanea; in sintesi, per la Fed si alzano gli odds recessivi e la Sua “put” è già pronta nei fatti, con un Qt che da 25 bln usd passa a soli 5 bln usd .
L’andamento del mercato azionario in Usa ytd al ribasso…
… con M7 in primis, cui si aggiunge il ribasso del decennale che ha toccato il 4.20, sembrano allineati alla Fed; è anche possibile che la seconda si sia allineata al mercato, non si sa se sia nato prima l’uovo o la gallina .
Prossimamente il reality check macro chiarirà se prevarrà la solidità degli hard data oppure i survey in quasi caduta libera.
Ciò sarà decisivo per l’operatività , non ho al momento alcuna strong conviction, un choppy trading per l’ equity è possibile , parimenti uno usd e tassi che consolidano tra +/- sui livelli attuali , pro tempore stick to 60/40 balanced , visto che ytd la correlazione inversa ha difeso abbastanza.
A proposito di dazi, tanto per citare un elemento chiave dell’incertezza corrente, mentre tutti identificano nel 2 aprile l’inizio della guerra commerciale, con i possibili dazi del 25% all’Europa che ne diminuirebbero la crescita del gdp dello 0.30 yy, non vorrei che sotto traccia si stia gia’ lavorando per una de escalation, più che per una retaliation, poco conveniente per i contendenti: expect the unexpected? We will see.
L’oro sembra al momento l’unico asset del tipo “you must own it”, sia come antidoto alle varie sfumature d’ incertezza, sia come frontrunner da “liquidity driven”, si seguono gli acquisti delle banche centrali asiatiche, che comprano per motivi diversi: ribilanciamenti di riserve sia per essere più in linea con la % di oro detenuta dalle altre banche centrali, sia come contraltare di qualche bizzarra proposta, non ultima una possibile tassazione delle riserve in treasury Usd da parte degli Usa, come alternativa a quella sui dazi sui beni.
Il superamento di quota 3000 usd, può esporre peraltro a repentine correzioni, a seconda del “liquidity driven” da stop and go delle banche centrali asiatiche; comprerei quindi su qualche correzione.
Dal reality check macro, tra qualche settimana passeremo a quello micro.
- Saranno lower than le aspettative di crescita di fatturato /utili della maggior parte dei M7, ovvero di circa il 30% dell’ S&P, come sostiene Dan Niles?
- Oppure al contrario, come sostiene, sia pure con diversificazione settoriale, Tom Lee di Fundstrat, e Dan Ives di Wedbush, con il suo “buy the deep tech”, M7 inclusi?
Ytd il macro e micro, anche per positioning opposti, sono andati a braccetto: tra i settori che hanno performato meglio ytd in Usa ci sono Pharma e Utilities, tra i peggiori proprio i tech (growth) e consumer discretionary.
Continuerà dopo il Q1 ad avere la meglio Dan Niles?
Non penso, peraltro non penso neanche che l’altro Dan vinca del tutto col suo buy the deep growth / tech, all’ unisono.
Mi schiererei per una terza via, stockpicking tra singoli settori, pochi ci credono; penso però sia giunto il momento di lavorare di fioretto – stockpicking infra settoriale-non di sciabola – settori vincenti / perdenti come finora ytd.
- Tra gli altri, per limitarmi al 30% di S&p 500, anche prescindendo dai fondamentali, da cui spesso derapano, nvidia, broadcom, taiwan semi, qualcoom, saleforce, dopo le recenti correzioni sono azioni che comprerei strutturalmente, oltre un rimbalzo; la positività di un’incessante diversificazione produttiva e del numero sempre maggiore di settori a dipendenza Ai, una sorta di diversificazione orizzontale, dovrebbero prendere il posto della negatività corrente, dovuta a una presunta diminuzione della crescita dei capex / hyperscaler , con scarsa evidenza di monetizzazione dello stesso.
- Tesla, in area 200, anche long term, per auto autonoma/robotaxi coming potrebbe essere riconsiderata in buy dopo il recente dimezzamento del corso; per microsoft, apple, amazon, meta, per citare i nomi maggiori, mi terrei neutrale , salvo prova contraria .
Per gli M7, il positioning avverso contro Europa sembra essere ampiamente rientrato con i Ctas già short per circa 34 bln usd equity Usa contro un long european equity stimato in 54 bln usd.
Europa/Cina
Per motivi diametralmente opposti, in queste 2 aree geografiche, almeno tatticamente, dovremmo sottostare al doppio reality check.
Per quanto longer term il “trigger point” sia macro che micro, ormai di consenso sia difficilmente reversibile, come dicevo in precedenza, il positioning di breve verso Usa si è però ribaltato a favore del primo e a sfavore di Europa e Cina (equity) .
La domanda di breve è: ci siamo portati nei prezzi già troppo avanti?
Limitandomi alla sola parte micro, io penso di si, quanto meno per qualche ciclico tedesco che ytd ha raddoppiato le sue quotazioni: attenzione a qualche severo ritracciamento per mancanza di earning momentum, che potrebbe essere doloroso.
Per rimanere nell’ “orticello” che conosco meglio, per citare qualche nome, sul pull back già in corso, bmps , fincantieri , danieli risp, per citare qualche nome, le compro; i fondamentali sono ancora buoyant, gli altri 3 pianeti (positioning, catalyst , earning momentum), per quanto qualche disallineamento per positioning sia intraveda, vista la netta sovraperformance dei titoli ytd, sono ancora supportive.