Sono ormai miliardi le persone nel Mondo che hanno accesso ad un telefono e ad una connessione internet.
L’accesso ad internet è sempre più percepito come un diritto della persona. Tanto che molti Enti Internazionali riconoscono l’accesso ad internet come una libertà di questa.
Nel 2016, anche l’Unione Europea, ha adottato un Regolamento che ha lo scopo di estendere il più possibile la possibilità di accesso ad internet per i cittadini UE.
Questo succede perché, grazie semplicemente ad un telefono e ad una connessione, oggi si hanno possibilità infinte. Si può accedere a notizie e informazioni da tutto il Mondo, si può lavorare, imparare, rimanere connessi con chiunque, ovunque.
La portata di questa innovazione tecnologica è davvero epocale. Per questo tanti Stati, consapevoli di questa importanza, si impegnano per rendere internet un vero e proprio diritto.
Seppure l’importanza di avere a disposizione uno smartphone o un pc e una connessione sia evidente, l’utilizzo del web porta con sé anche dei rischi.
Il diritto ad essere connessi
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Infatti, oggi, i social funzionano come enormi casse di risonanza di qualsiasi comportamento della persona. Questo succede sia in positivo, permettendo di acquisire fama e reputazione in poco tempo, ma anche in negativo e comportamenti che si vorrebbe rimanessero privati, diventano, in un istante, di dominio pubblico.
Oltretutto, dopo che un contenuto è divenuto virale sul web, è praticamente impossibile riparare al danno. È impossibile, cioè, cancellare quel contenuto da internet proprio perché il dato si disperde in miliardi di account e dispositivi di memorizzazione.
Allora, bisogna stare molto attenti a quello che si diffonde su internet.
Deve stare attento sia chi immette il proprio materiale privato sui social, perché, appena pubblicato, è impensabile farlo tornare privato. Sia chi diffonde o utilizza materiale altrui illegittimamente.
Infatti, il codice penale punisce con sanzioni molto severe l’utilizzo improprio di dati altrui.
Il codice penale punisce con 3 anni di reclusione e risarcimento danni chi commette questo reato su Facebook
Non solo, la Cassazione ha parlato più volte anche del reato di diffamazione, utilizzando social network. La Corte ha più volte chiarito che utilizzare i social per danneggiare la reputazione altrui comporta l’applicazione del reato di diffamazione aggravata.
Il codice penale punisce questo reato con la reclusione fino a 3 anni. Non solo ma, a seconda del danno fatto alla reputazione altrui, ci può essere un risarcimento davvero molto ingente.
Lo ha ribadito la Cassazione con la recente sentenza 24614 del 2022.
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