Il cervello è l’organo più affascinante e misterioso del nostro corpo. Per questo, mantenerlo giovane e preservarlo dalle future malattie è un obiettivo importante e comune. Le malattie neurodegenerative sono sicuramente tra le più temute e non soltanto tra gli anziani. Tuttavia, per molte di esse non esiste ancora una vera e propria cura. La scienza, però, sta cercando sempre più di capire cosa faccia bene al nostro cervello. Tanti studi si concentrano sulla dieta da seguire, altri sugli effetti di abitudini sane come lo sport. In quest’ottica, spicca un’interessante ricerca secondo cui il cervello sembra invecchiare di meno e tenere lontana la demenza in chi sviluppa questa abilità. Parliamo del poliglottismo, ovvero la capacità di parlare più di una lingua.
Il nostro linguaggio può predire la salute di questo organo?
Indice dei contenuti
Uno studio, condotto presso l’Università di Waterloo (Canada), affermerebbe che un cervello ricco di idee avrà più probabilità di essere anche un cervello sano. La ricerca, portata avanti per arrivare a tale risultato, è stata davvero particolare. I ricercatori, infatti, hanno preso in esame un campione formato esclusivamente da suore, dai 75 anni d’età in su. A giustificare la scelta, il fatto che le suore avessero tutte uno stile di vita quasi identico tra loro.
Le 325 suore della School Sisters of Notre Dame hanno acconsentito a sottoporsi a test di memoria, fisici e genetici. Inoltre, hanno donato tutti i loro scritti (le lettere scritte e ricevute, le pagine di diario) alla ricerca. L’analisi incrociata dei risultati dei vari test ha dato un risultato sconcertante. Secondo i medici a capo della ricerca, le suore che padroneggiavano correttamente più lingue avevano un rischio minore di sviluppare la demenza.
Il cervello sembra invecchiare di meno e tenere lontana la demenza in chi sviluppa questa abilità
Stando ai dati rilevati dallo studio, solo il 6% delle suore che parlavano 4 lingue avrebbe sviluppato la demenza. La percentuale sale invece al 31% per le suore che parlavano una sola lingua. Lo studio è ancor più sconcertante perché sembra andare in controtendenza con ricerche precedenti. Alcuni studiosi, infatti, avevano teorizzato un possibile rapporto tra bilinguismo e demenza. Al contrario, la ricerca canadese mostrerebbe come l’abilità di passare da un idioma all’altro alleni in qualche modo il nostro cervello. I poliglotti svilupperebbero una migliore flessibilità cognitiva, che aiuterebbe il loro cervello a mantenersi in forma.
Lettura consigliata
Oltre a fosforo e omega 3, sarebbe questo l’esercizio che aiuta a conservare una memoria di ferro