Il cervello sarebbe più a rischio di Alzheimer e Parkinson in chi ha svolto quest’attività da giovane

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La medicina porta avanti continuamente le sue ricerche sul cervello, ad oggi l’organo umano di cui abbiamo un quadro meno certo. Molte ricerche si concentrano sul comprendere le cause e le cure delle malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson o demenza. Secondo quello che sappiamo, è possibile che il nostro cervello risenta di tutto ciò che facciamo durante la vita. Anche di quello che abbiamo fatto molti anni prima che la malattia si manifesti.

A tal proposito, una ricerca autorevole avrebbe scoperto un legame tra attività sportiva e malattie neurodegenerative. In particolare, secondo i ricercatori il cervello sarebbe più a rischio di Alzheimer e Parkinson in chi ha svolto quest’attività da giovane. Parliamo dello sport più praticato e seguito in Italia: il calcio. Stando ai dati raccolti dagli studiosi, potrebbe esserci una correlazione tra questo sport e il tasso di mortalità per malattie neurodegenerative. Di seguito vediamo i dati.

Il cervello sarebbe più a rischio di Alzheimer e Parkinson in chi ha svolto quest’attività da giovane

Molti conoscono le teorie che legano sport particolarmente violenti, come la boxe e il football americano, al rischio di problemi cerebrali. Probabilmente, però, sono molte meno le persone a sospettare che giocare a calcio possa incentivare lo sviluppo di malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson.

A dirlo è una ricerca portata avanti presso l’University of Glasgow e pubblicata sul New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno confrontato il tasso di mortalità per malattie neurodegenerative tra ex giocatori di calcio e altri pazienti. In particolare, hanno preso un campione di 7.676 ex giocatori di calcio e un altro di 23.028 pazienti, sottoponendo i due campioni ai medesimi controlli.

I risultati ottenuti dallo studio hanno portato evidenze che proverebbero i rischi cerebrali legati a questo sport.

Dopo i 70 anni aumento netto del rischio di malattie neurodegenerative

I ricercatori hanno osservato come prima dei 70 anni gli ex calciatori sembravano abbattere i rischi di mortalità generali (specialmente legati a problemi cardiovascolari). Dopo i 70 anni, però, la mortalità aumentava nettamente e soprattutto a causa delle malattie neurodegenerative.

Dai risultati dello studio, il tasso di mortalità per malattie neurodegenerative è dell’1,7%, contro lo 0,5% del campione di confronto. L’Alzheimer avrebbe il rischio più elevato (hazard ratio 5,07 contro il 2,15 del Parkinson).

I ricercatori dicono di non aver ancora individuato i fattori specifici che causerebbero questo preoccupante aumento di mortalità per malattie neurodegenerative. Tuttavia, sottolineano che giocare a calcio può dare anche benefici all’organismo, soprattutto in chiave di prevenzione delle malattie cardiovascolari.

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