L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza di numerosi disturbi che possono determinare l’insorgenza di malattie gravi per la salute. Seguire una dieta povera di grassi, di proteine animali, di zuccheri e di sale può avere anche un effetto neuroprotettivo. In altre parole sembrerebbe che un regime alimentare povero possa contrastare il rischio d’insorgenza delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Si tratta della forma più comune di demenza senile che si stima colpisca il 5% delle persone con più di 60 anni. L’Alzheimer colpisce la memoria e le funzioni cognitive con conseguenze negative sulla capacità di parlare e di pensare, creando confusione e disorientamento spazio-temporale. È una malattia neurodegenerativa a decorso cronico e progressivo che può arrivare a compromettere l’autonomia e la capacità di compiere le più semplici attività quotidiane. Proprio per questo il nostro legislatore può riconoscere a causa dell’invalidità determinata dalla malattia 290 euro al mese a chi soffre di Alzheimer.
L’alimentazione potrebbe essere un grande aiuto contro l’Alzheimer e le malattie neurodegenerative
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Ad oggi nonostante i progressi della scienza non esiste una vera e propria prevenzione verso lo sviluppo dell’Alzheimer. Tuttavia secondo diversi studi il rischio d’insorgenza di questa terribile malattia potrebbe ridursi diminuendo il rischio di malattie cardiache, diabete e sovrappeso. Un regime alimentare sano ed equilibrato potrebbe contrastare il rischio d’insorgenza di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Sembrerebbe infatti che una dieta a base di frutta, pesce e verdure possa allontanarne il rischio. Grazie agli omega 3 questi alimenti potrebbero ridurre la proteina beta-amiloide associata ai problemi di memoria tipici della demenza. Potrebbe pertanto essere questa l’alimentazione per allontanare l’Alzheimer. Studi recenti hanno dimostrato l’efficacia contro questa malattia di un particolare fitocomposto che si trova nel cavolfiore.
Contro il rallentamento del cervello il cavolfiore potrebbe essere un alleato importante
Il cavolfiore presente sui banchi del mercato da ottobre-novembre con le varietà precoci e fino a marzo con quelle tardive è ricco d’acqua e fibra. In particolare sembrerebbe che una porzione di cavolfiore possa soddisfare un quinto del fabbisogno di fibra giornaliero raccomandato. La sua fibra può formare un gel già nello stomaco che rilascia un senso di sazietà aiutando a controllare il peso corporeo. Se cotto a vapore o semplicemente marinato con olio extravergine d’oliva e succo di limone una porzione può soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C. Secondo alcuni studi inoltre grazie al sulforafano, composto del gruppo degli isotiocianati, il cavolfiore inserito in un regime alimentare potrebbe contrastare l’insorgenza di malattie neurodegenerative. Tale composto infatti ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antiapoptotiche. Grazie ai suoi effetti benefici il sulforafano, contenuto nel cavolfiore, potrebbe essere utile nel contrastare le malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson e Sclerosi multipla. Pertanto il cavolfiore potrebbe essere un alleato fondamentale per allontanare queste temibili malattie.