La Commissione Europea ha individuato 34 materie prime che nei prossimi anni saranno sempre più richieste. Tra queste ci sono anche il litio, il titanio, il cobalto e il fosforo. Cerchiamo di capirne di più.
La richiesta delle materie prime cosiddette “critiche” è destinata ad aumentare. Secondo le più recenti stime, nel 2050 avremo bisogno di 60 volte più litio e 15 volte più cobalto solo per le batterie elettriche.
Numerose tecnologie necessitano del loro utilizzo. Un esempio? Lo smartphone da cui potresti star navigando in rete o anche le auto elettriche. Persino alcuni prodotti farmaceutici necessitano di queste materie prime per essere prodotti. L’era che stiamo attraversando, cioè quella della transizione ecologica, è un’ulteriore ragione per cui si assiste al boom delle materie prime critiche.
Una crescita rapidissima
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Il Ministero per lo Sviluppo Economico stima che entro il 2025 si potrebbe verificare un aumento di 120 volte della domanda di neodimio nell’Unione Europea. Da oggi al 2030, invece, la domanda di litio e cobalto potrebbe essere di 18 e 5 volte superiore a oggi.
Il boom delle materie prime critiche e il problema dell’importazione in Europa e in Italia
L’Unione Europea, inclusa l’Italia, dipende molto dalle importazioni. Le materie prime critiche più gettonate provengono dalla Cina, dalla Turchia e dal Sudafrica. Una delle soluzioni possibili è quella di riciclare le risorse già importate. Tuttavia, potrebbe non bastare. Proprio per questo, il 17 febbraio 2023 si è tenuta la prima riunione ufficiale del Tavolo tecnico nazionale sulle materie prime critiche, in cui il problema è stato ampiamente discusso.
Intanto, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione Ambientale) ha individuato ben 3016 siti italiani con possibili giacimenti di materie prime critiche presenti nel sottosuolo.
La strategia europea
Come si è dunque mossa l’Unione Europea? Emanando il Critical Raw Materials Act, che mira a garantire l’accesso dell’UE a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, nell’ottica di raggiungere i suoi obiettivi digitali e climatici entro il 2030.
Procediamo ad illustrare parte delle misure previste da questa legge. Prima di tutto, almeno il 10% del consumo annuo dell’UE sarà destinato all’estrazione di materie prime critiche, almeno il 40% alla trasformazione delle stesse, il 15% al riciclaggio e non più del 65% del consumo annuo di materie prime critiche nell’UE dovrà provenire da un singolo paese terzo.
Inoltre, si favorirà la creazione di catene di fornitura sicure e resilienti, riducendo gli oneri amministrativi e snellendo le procedure di autorizzazione. Altri obiettivi dell’UE sono la diversificazione delle importazioni di materie critiche e la lotta contro le pratiche commerciali sleali.
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