L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando le sorti dei mercati finanziari, visto che la maggior parte delle aziende stanno investendo su questa nuova tecnologia. La scommessa si innesta in un periodo certamente non florido per l’Eurozona (lo scorso anno la crescita registrata è stata pari solo all’1% e per il 2025 gli analisti ritengono che la percentuale sia la stessa), aggravata dal timore delle conseguenze economiche dell’imposizione dei dazi da parte di Donald Trump.
In realtà, esiste ancora un marcato divario tra l’Europa e Wall Street per quanto riguarda gli investimenti nel settore tecnologico. Se, infatti, negli USA i titoli appartenenti a tale ambito rappresentano circa il 30% del mercato, in Europa il settore raggiunge appena l’8%.
Ma puntare sull’Intelligenza Artificiale esporrebbe le realtà finanziarie al pericolo di una nuova bolla speculativa?
In arrivo una nuova bolla speculativa causata dall’IA? Attenzione a giungere a conclusioni affrettate
Indice dei contenuti
Molti analisti stanno indagando sulle reali possibilità di crescita economia offerte dall’IA. C’è, purtroppo, chi teme che il fenomeno possa tragicamente evolversi come è accaduto, nei primi anni duemila, alle dot com, le aziende dedite all’erogazione dei servizi via web, al centro di una delle più famose bolle speculative.

In arrivo una nuova bolla speculativa causata dall’IA? Attenzione a giungere a conclusioni affrettate
Ma la storia dei mercati finanziari dovrebbe insegnarci che non sempre puntare sulla tecnologia significa fallire. La recessione delle dot com, ad esempio, non è stata una recessione dei consumi ma degli investimenti e, dunque, anche le sorti dell’Intelligenza Artificiale dipenderanno dalla reale valutazione effettuata dai mercati. Oggi, inoltre, è possibile conoscere il modello di business che si nasconde dietro a importanti realtà come Nvidia, che consentono una valutazione molto accurata delle strategie di investimento.
L’Intelligenza Artificiale può diventare “green”?
C’è un ulteriore fattore da considerare quando si parla di Intelligenza Artificiale: la conciliazione con le nuove politiche green. L’IA, infatti, inquina tantissimo (per il suo utilizzo comporta l’impiego di circa 400 milioni di litri d’acqua all’anno e lo sviluppo più di 300 tonnellate di CO2). Per tale motivo, si stanno studiando dei piani per renderla più sostenibile.
Per evitare che l’Intelligenza Artificiale possa determinare una vera e propria crisi climatica, gli esperti stanno elaborando un accurato progetto di sviluppo di modelli di Green AI, diretti alla riduzione del consumo energetico e delle emissioni di anidride carbonica, anche se con un sacrificio in termini di restituzione dei dati.
Secondo una ricerca condotta presso l’Università Cattolica di Brescia dai ricercatori Enrico Barbierato e Alice Gatti, sarà possibile tagliare fino al 50% di emissioni di anidride carbonica, adottando queste tre strategie:
- variare degli hardware usati. Si potrebbero impiegare soltanto TPU, che hanno un’efficienza fino a 80 volte maggiore delle CPU tradizionali ma, allo stesso tempo, consentono di diminuire il consumo energetico;
- ridurre il numero di parametri sui quali sono addestrati i modelli, senza inficiarne le prestazioni, ma tagliando il consumo energetico del 30%-50%;
- ricorrere unicamente a fonti di energia rinnovabile, ad esempio modelli di Intelligenza Artificiale già sperimentati con alimentazione 100% green.