I rischi di un conflitto Russia-Ucraina si fanno più concreti e le Borse crollano. La seduta era iniziata con la speranza di un vertice tra il presidente USA Biden e quello russo Putin. La via diplomatica avrebbe allontanato i venti di guerra, almeno fino alla data del colloquio. La smentita arrivata da Mosca ha zavorrato le Borse. Il Cremlino ha smentito un prossimo vertice e i satelliti hanno mostrato che le truppe russe sono sempre più vicine al confine dell’Ucraina. Queste due notizie hanno levato la speranza agli operatori di una soluzione pacifica e, dopo un’ora di contrattazioni, hanno iniziato a vendere. Così la settimana è esattamente ripresa dove si era interrotta.
Il Presidente Putin bleffa? Molti pensano che Mosca stia tirando la corda stando attenta a non spezzarla. Le conseguenze economiche di una invasione potrebbero essere devastanti per l’economia russa. Inoltre USA e Europa potrebbero congelare i patrimoni all’estero degli oligarchi russi, che sostengono adesso Putin. I due principali indici azionari russi, Rtsi e Moex solamente oggi hanno perduto rispettivamente il 13% e il 10%. L’Rtsi ha avuto il calo peggiore degli ultimi anni e i prezzi sono scesi ai livelli di novembre 2020.
I venti di guerra iniziano a soffiare forti sulle Borse che cadono e una sprofonda del 13%
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Anche le Borse europee hanno chiuso con cali rilevanti, anche se non come quelli della Borsa russa. L’indice europeo Euro Stoxx 50 ha chiuso in ribasso del 2,2%. La Borsa tedesca e quella francese hanno subito ribassi del 2%. Londra ha limitato le perdite ad uno 0,4%. Probabilmente la cancellazione delle restrizioni a causa del Covid in Gran Bretagna hanno avuto un impatto positivo sul listino.
Dopo la brutta seduta di venerdì, con i mercati di Wall Street chiusi, le piazze europee sono scese anche di oltre il 3%.
I venti di guerra hanno impiombato anche Piazza Affari che ha chiuso in ribasso, anche se con una perdita inferiore a Francoforte e Parigi. Il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso in calo dell’1,7% e i prezzi si sono fermati a 26.050 punti. Tra le blue chip solamente due titoli hanno chiuso in rialzo, Nexi dell’1% e Diasorin dello 0,1%. Sul paniere principale ben 18 titoli su 40 hanno chiuso con ribassi superiori al 2%, a dimostrazione delle vendite diffuse su tutte le azioni.
I due titoli peggiori appartengono alla galassia Agnelli. Exor, la cassaforte della famiglia torinese, ha perduto il 4,5%. Gli operatori hanno venduto il titolo sulla notizia di un accordo con l’Agenzia delle Entrate sul trasferimento della sede legale in Olanda nel 2016. Exor ha fatto peggio solo di Cnh, che ha perso il 3,7%. Anche Stellantis ha avuto una seduta difficile, registrando una perdita del 2,3%.
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