I vantaggi per gli investitori in obbligazioni se l’inflazione salirà e i tassi di interessi verranno alzati

inflazione

Da qualche tempo i prezzi al consumo, e quindi l’inflazione, sono considerati un vero e proprio ago della bilancia su più fronti. Per i mercati senza dubbio costituiscono un punto interrogativo, soprattutto per quanto riguarda le prossime mosse delle Banche centrali. Per ciò che concerne l’economia, il calo del potere d’acquisto può essere una zavorra non indifferente.

I vantaggi per gli investitori in obbligazioni se l’inflazione salirà e i tassi di interessi verranno alzati

Infatti l’inflazione non rappresenterebbe un problema qualora si affiancasse ad una ripresa forte e sostanzialmente compatta. Ma quella che stiamo vedendo è una crescita che potrebbe essere limitata semplicemente alla domanda repressa. Una domanda a sua volta dettata dal blocco della catena produttiva imposto, a livello mondiale, dalla pandemia. Il che porterebbe ad un calo dei consumi una volta finita l’euforia. Se oltre questo, poi, si considera anche un rialzo delle materie prime, cosa che di fatto si registra in questo periodo, allora il rischio di problematiche sociali diventa ancora più alto.

Ma esistono i vantaggi per gli investitori in obbligazioni se l’inflazione salirà e i tassi di interessi verranno alzati. Il discorso è molto semplice. Nel momento in cui i tassi aumenteranno, qualora ciò avvenisse, inevitabilmente coloro che incassano delle cedole ne avrebbero il primo riscontro positivo. In questo caso le cedole,, come sottolineato da AllianceBernstein, si dovranno man mano reinvestire su tassi più elevati. I vantaggi per gli investitori in obbligazioni se l’inflazione salirà e i tassi di interessi verranno alzati, quindi, ci saranno. A patto che, appunto, questa strategia sia orientata verso un arco di tempo ampio. Solo così facendo si alleggerirebbe il danno derivante dal calo dei prezzi delle obbligazioni stesse.

La situazione in USA e Italia

Ad ogni modo, la pressione, e soprattutto la durata del periodo inflattivo, restano ancora adesso il classico, amletico interrogativo che occupa la mente degli operatori. La FED continua a rassicurare sul fatto che sarà una fiammata momentanea e gestibile. I mercati temono invece il contrario. In particolare dopo quel +4,2% registrato negli USA ad aprile. Ma una conferma ulteriore arriva proprio in queste ore dall’Italia. Stando ai dati pubblicati dall’ISTAT, su base mensile il costo della vita ad aprile è aumentato dello 0,4%. Un dato che arriva a +1,1% su base annua. A dare la spinta più forte sono stati gli energetici.

Consigliati per te