Da inizio anno il Ftse Mib sta guadagnando poco più del 7,5%. Quali sono i settori azionari che stanno facendo meglio o peggio del Ftse Mib? All’interno di questi settori quali sono le azioni che stanno facendo meglio e potrebbero essere interessanti per il futuro?
Analisi comparativi tra i settori azionari di Piazza Affari
Indice dei contenuti
Come dicevamo, da inizio anno il Ftse Mib ha avuto una performance di poco superiore al 7,5%. Dei 23 settori all’interno dei quali sono raggruppate le azioni quotate a Piazza Affari, solo 7 hanno avuto una performance superiore a quella media dell’indice italiano. Stiamo parlando dei seguenti settori, tra parentesi è riportata la performance da inizio anno
- Tecnologia, +12,0%;
- Utility, +10.1%;
- Auto, 9,5%;
- Banche, 8,4%
- Servizi, 8,4%
- Chimica 7,7%;
- Telecom 7,6%.
I settori azionari che stanno facendo meglio o peggio del Ftse Mib: il focus sul titolo Stellantis
Il titolo Stellantis (MIL:STLA) ha chiuso la seduta dell’11 gennaio in ribasso dello 0,12% rispetto alla seduta precedente a quota 14,648 euro.
Le medie sono saldamente incrociate al rialzo e sullo SwingTrading Indicator rimane valido il segnale di acquisto. L’unico pericolo potrebbe arrivare dalla forte area di resistenza a 15,2 euro. Questo livello di prezzo, infatti, già in passato ha frenato l’ascesa delle quotazioni. Va, quindi, monitorato con particolare attenzione.
La valutazione
Dal punto di vista dei multipli di mercato, qualunque sia la metrica utilizzata, le azioni Stellantis sono fortemente sottovalutate. Basti pensare che il rapporto prezzo su utili (PE) della società è circa un decimo rispetto alla media del settore di riferimento (3,1 vs 26,8). Anche il rapporto prezzo su fatturato (PS), che è pari a 0,3, è tra i più bassi del mercato.
Globalmente, però, il titolo in questione rimane il più sottovalutato dell’intero settore.
Che tra l’altro è confermato dal fair value, calcolato con il metodo del discounted cash flow, che esprime una sottovalutazione di circa il 40%.
Stellantis, poi, ha anche un’ottima reputazione tra gli analisti che vedono una sottovalutazione di oltre il 40%. Il problema vero è la grande dispersione tra le diverse raccomandazioni. La raccomandazione più ottimista, infatti, indica un prezzo obiettivo pari a circa 36 euro per una potenziale sottovalutazione di oltre il 150%. Nello scenario più conservativo, invece, le quotazioni sono sottovalutate di meno del 10%.
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