Gli italiani hanno trascorso l’intero week end cercando di tradurre in termini economici il Decreto Sostegni, messo a punto dal Governo Draghi.
Il Decreto, infatti, è stato approvato, in via definitiva, dal Consiglio dei Ministri appena 3 giorni fa. E precisamente il 19 marzo 2021.
Da allora, sono partite le simulazioni dei rimborsi. E il risultato è stato a dir poco deludente.
I ristori di Draghi deludono gli italiani: la percentuale si calcola, infatti, sulla perdita mensile.
Con i Consulenti di Diritto e Fisco di ProiezionidiBorsa cercheremo di capire meglio, la soluzione adottata dal Premier nel provvedimento. Che a distanza di poche ore dalla sua entrata in vigore, sembra non convincere nessuno.
I ristori di Draghi deludono gli italiani, la percentuale si calcola sulla perdita media mensile
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Le risorse economiche messe in campo dall’attuale Governo sono insufficienti. E c’è chi le ha definite “ridicole”.
Moltissime piccole e medie imprese, moltissimi lavoratori autonomi nonché professionisti. Insomma, un po’ tutti gli italiani, sono oramai esasperati.
Il nuovo provvedimento rappresenta un’ulteriore delusione per i lavoratori. I quali, attraverso le diverse associazioni di categoria, gridano a voce alta il loro doloroso e profondo senso di amarezza.
Moltissime famiglie sono oramai in ginocchio a causa della pandemia. Famiglie alle quali il Covid 19 ha strappato non solo gli affetti ma anche una discreta tranquillità economica.
Persone che si aspettavano contributi, aiuti concreti, giusti e veloci da parte dello Stato. E che, ancora una volta, hanno dovuto fare un passo indietro cercando di tenere ancora duro.
Come funziona il moltiplicatore
Ma qual è il nuovo sistema di calcolo nel Decreto Sostegni 2021? Prima di spiegare il sistema di calcolo, facciamo un passo indietro e ricordiamo quali sono i requisiti necessari per accedere ai benefici.
Il primo requisito da rispettare per ricevere i contributi a fondo perduto riguarda il fatturato. I ricavi conseguiti nel 2019 devono essere inferiori a 10 milioni di euro.
Il secondo requisito da rispettare è dimostrare che la perdita di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 sia di almeno il 30%.
Per semplificare e spiegare come funziona il moltiplicatore, ossia il nuovo sistema di calcolo, proponiamo ai Lettori un semplice esempio pratico.
Immaginiamo un titolare di partita IVA che nel 2019 ha registrato un fatturato di 60mila euro. Nel 2020 il suo fatturato si è dimezzato a 30mila euro.
Pertanto, partendo dal presupposto che nel caso di specie, entrambi i requisiti di cui sopra sono rispettati, in quanto c’è stata la perdita minima di fatturato prevista del 30% come stabilito nel Decreto Sostegni, a quanto ammonterà il contributo spettante?
Per rispondere è necessario considerare la differenza tra i due fatturati che, nel caso preso ad esempio, è di 30mila euro, e suddividerlo per i 12 mesi dell’anno.
In questo modo, calcoleremo la perdita media mensile. Che è pari a 2.500 euro.
Ed è su questa differenza che si applicherà il moltiplicatore. Il quale varierà da un massimo del 60% fino ad un minimo del 20%, per ottenere il contributo spettante.
Ed è per questo motivo che i ristori di Draghi deludono gli italiani, la percentuale si calcola sulla perdita media mensile.
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