La pensione di reversibilità a coniuge, figli o altri familiari si assegna in una percentuale variabile in base ad alcuni fattori costituivi del nucleo familiare. Questo significa che l’acquisizione del diritto per i familiari superstiti non scatta automaticamente alla morte del pensionato o lavoratore. Esistono dei vincoli di reddito che è utile conoscere per sapere quando e in quale misura si assegna il trattamento mensile. Nella presente guida i Tecnici di ProiezionidiBorsa illustrano quali sono i redditi che non fanno perdere il diritto alla pensione di reversibilità INPS.
Quali fattori si prendono in esame per il diritto alla reversibilità
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Come molti Lettori sapranno, l’importo della pensione di reversibilità non è fisso ma ogni anno si adegua all’andamento dell’inflazione e subisce alcune variazioni. L’importo dell’assegno tuttavia, risente anche di altri fattori. Abbiamo più volte scritto sulle nostre pagine che ad esempio la percentuale di reversibilità a cui si ha diritto varia in ragione del beneficiario. Questo significa che può andare da un massimo del beneficio pari al 100% fino a ridursi gradualmente.
Un ulteriore elemento che contribuisce all’assegnazione del beneficio interessa precipuamente il reddito del presunto beneficiario. In questi casi, infatti, l’assegno mensile rischia di ridursi fino a dimezzarsi quando il titolare del sussidio percepisce redditi pari a quanto si legge qui. Tuttavia, esistono dei redditi che non rilevano per i limiti di cumulo riferiti al trattamento. Che significa? In buona sostanza si tratta di redditi che non fanno perdere il diritto alla pensione di reversibilità INPS.
Quali redditi non rilevano ai fini del cumulo per la pensione di reversibilità
A stabilire dei limiti al cumulo dei redditi per l’assegnazione della pensione di reversibilità è stata la Legge 335/1995, meglio nota come Legge Dini. Questo provvedimento, tuttavia, presentava una falla in quanto non istruiva sulla natura dei redditi che contribuissero a limitare il cumulo. In risposta a ciò la circolare INPS n. 147/2019 ha fatto chiarezza in merito. In essa si indica quali sono i redditi che non fanno perdere il diritto alla pensione di reversibilità INPS. In linea generale, i redditi che rilevano sono tutti quelli assoggettabili al pagamento IRPEF al netto di contributi assistenziali e previdenziali.
Al contrario, non rilevano i seguenti redditi: casa di abitazione; TFR o trattamenti assimilati; rendita INAIL; pensione o assegno sociale; arretrati del trattamento che subiscono una tassazione separata; la porzione della pensione di reversibilità sulla quale si opera una eventuale riduzione; le pensioni privilegiate; l’assegno di accompagnamento e le pensioni per gli invalidi, i non vedenti o i non udenti. Questi elementi non influiscono sul computo del reddito e quindi non rilevano per i limiti di cumulo. Ecco quali sono i redditi che non fanno perdere il diritto alla pensione di reversibilità INPS.