Fare la spesa al supermercato è sempre una specie di avventura. Sappiamo ormai che questi negozi studiano nei minimi dettagli le strategie per farci spendere di più e farci comprare cose superflue. Spesso questo avviene attraverso i prezzi soglia dei supermercati. Cosa c’è da sapere.
Il nostro cervello reagisce diversamente di fronte a 9,99 euro piuttosto che 10 euro. Eppure non c’è grande differenza. Secondo alcuni studi siamo portati a leggere 9 euro senza considerare i decimali. E questo ci porta a pensare che il prodotto da comprare sia conveniente. È un trucco che conoscono bene le grandi catene così come i piccoli commercianti. Lo applicano tutti e ora lo sanno bene anche i consumatori che però non riescono a cambiare la loro impostazione mentale.
Gli esperti di marketing la chiamano left digit effect o charm price. L’effetto delle cifre di sinistra è maggiore rispetto a quello delle cifre di destra. Lo confermano gli studi del Mit e le dichiarazioni pubbliche degli esperti di marketing. Lo studio è andato però oltre. Il nostro cervello sarebbe portato a comprare un prodotto che finisce con 9 piuttosto che con qualunque altra cifra. Quindi se un vestito costa 34 euro e un altro 39, il secondo sarebbe comunque il preferito.
Un numero che ipnotizza
Indice dei contenuti
I prezzi soglia dei supermercati si chiamano così perché creano un vero e proprio effetto soglia. Non andare oltre quel prezzo significa risparmiare e se pensiamo che ci sia anche un piccolissimo incentivo allora siamo disposti a comprare. Gli studiosi hanno diviso i consumatori in 2 categorie cioè analitici e olistici. I primi sarebbero attratti dal 99 finale mentre i secondi sarebbe abituati a considera il prezzo nel suo intero. Con loro la tecnica dei 99 centesimi finali non funzionerebbe. Chiediamoci quindi che tipo di consumatori siamo e a quale categoria apparteniamo.
Oltre ai prezzi soglia, da un po’ di tempo sono comparsi negli scaffali dei prezzi misteriosi. Soprattutto nei discount capita di trovare un prezzo che dice 6,39 euro. Perché? Si tratta di una tecnica di marketing per attirare il consumatore a un acquisto extra. Ecco quali sono i motivi.
I prezzi soglia dei supermercati ci confondono, l’autorità interviene
Tra gli scaffali ci sono biscotti, merendine o bevande o anche la carne battuti a prezzi strani e misteriosi. Prezzi mai visti che finiscono per 39, 37, 34. Che significa? È un modo per attirare l’attenzione del consumatore, permette di percepire una stranezza intorno al marchio o al prodotto. Come se ci fosse stato applicato uno sconto e quello fosse il calcolo esatto dello sconto applicato al prezzo. E in effetti è così. Se leggiamo bene, in piccolo compare il prezzo originale e più in grande quello scontato. È il risultato e non si può modificare di un centesimo.
Questo porta il consumatore a pensare che il prodotto sia interessante e oltretutto conveniente. La tecnica gioca sull’istintività della lettura e sulla reazione che ci porta a mettere il prodotto nel carrello. È legale? Siamo al limite. L’autorità Antitrust si sta muovendo. Non è corretto che ci sia un prezzo di partenza e di seguito un adesivo che corregge le informazioni originali. Il prezzo andrebbe scontato alla cassa. La differenza tipografica e le dimensioni degli adesivi applicati non convincono l’autorità che sta vagliandone la correttezza. L’opinione pubblica è convinta che i comportamenti dei supermercati dovrebbero essere più cristallini. Va bene la strategia, ma la psicologia spinta sta risultando ai più stucchevole e fuori luogo.