Proiezionidiborsa, quest’oggi, illustra le conseguenze di un utilizzo scorretto dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti assistiti da garanzia pubblica. I prelievi di contante sono l’inizio dei controlli del Fisco in questi casi. In particolare lo stato di emergenza ha anestetizzato i controlli dell’amministrazione finanziaria.
Il cambio di passo che vuole l’Europa, la necessità di far ripartire l’economia con la destinazione dei fondi a chi crea produttività, ha rivitalizzato i controlli. Con la comunicazione dell’Ufficio Italiano Cambi dell’11 febbraio 2021, si è dato il via libera ai controlli a posteriori. In pratica, vengono individuate delle figure illecite e tutti gli addetti ai lavori cercheranno l’eventuale riscontro nelle operazioni concrete.
Contanti, operazioni e Covid
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Da dove si partirà? Il controllo dei programmi di business intelligence riguarderà preliminarmente i percettori dei contributi “ristori” a fondo perduto e i percettori di finanziamenti con garanzie pubbliche. Il caso lampante, riguarda tutti coloro che hanno ricevuto il prestito Covid fino a 30.000 euro con garanzia 100% MCC.
I prelievi di contante sono, chiaramente, sottoposti al vaglio dei controlli antiriciclaggio soprattutto per gli utilizzi oltre soglia. Ma, nel caso in trattazione, il prelievo di contante anomalo può essere indice di condotte scarsamente legittime. È fondamentale sapere che chi ha ricevuto un contributo a fondo perduto, per il mancato fatturato, deve rispettare una certa condotta formale. Ovvero un atteggiamento ritenuto consono per la tipologia di attività, in relazione alle operazioni poste in essere. Ciò, a beneficio dei Lettori: può anche succedere che inconsapevolmente si compiano operazioni che innescano meccanismi di controllo.
Pertanto, in tema di contanti, sarà anomalo un estratto conto caratterizzato solo da prelievi quando l’aiuto dovrebbe essere destinato al pagamento di fornitori. Cosi il prelievo contante all’ATM di una ditta che ha ricevuto il finanziamento Covid, non sarà coerente con la natura dell’aiuto.
I prelievi di contante sono l’inizio dei controlli del Fisco in questi casi
L’UIF nella citata raccomandazione a tutti i soggetti obbligati a vigilare, invita a “monitorare” soprattutto quando esiste un vincolo di destinazione. La valutazione andrà a verificare se esistono condotte distrattive dei fondi con inusuali prelevamenti. In generale, si fa riferimento a tutti gli utilizzi non in linea con la finalità dell’aiuto.
Gli esempi delineati sono: giro fondi su conti personali o riconducibili al titolare, rimborsi finanziamenti soci e spese non coerenti con l’attività d’impresa. Oppure, spese spropositate soprattutto se per servizi e consulenze. Infine si richiamano le spese finalizzate all’acquisto di beni di lusso o per acquisto di valute virtuali.
Ma quanto è possibile prelevare per non incorrere in controlli? Come si è sempre, a chiare lettere, spiegato in questa rubrica, bisogna utilizzare equilibrio e coerenza. Pertanto, nel pieno rispetto della natura degli aiuti, sarà sicuramente accettabile un prelievo per esigenze di cassa. Coerente, insomma, con l’importo percepito e con la tipologia di attività. Poi, se un pagamento può essere tracciato deve essere fatto in tal modo. Senza, quindi, innescare dubbi.
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