I percettori di reddito di cittadinanza potrebbero perdere un importante beneficio se superano la soglia di legge

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Il nostro ordinamento, come sapremo, tutela le situazioni di fragilità economica e sociale tramite il riconoscimento di alcuni benefici ed incentivi economici o previdenziali. Per questo motivo si riconosce ad alcune categorie di lavoratori una pensione di invalidità o una indennità di accompagnamento. Ad esempio, nel caso di 3 malattie cardiache particolarmente limitanti, il riconoscimento del beneficio opera in maniera automatica. Altre volte l’INPS riconosce a quei lavoratori che abbiano operato in situazioni particolari a livello ambientale e lavorativo 2 mesi di maggiorazione contributiva all’anno.

Infine, riconosce la possibilità di esercitare alcuni diritti costituzionalmente garantiti gratuitamente qualora la condizione economica del soggetto sia particolarmente fragile. Tra questi rientra il diritto al gratuito patrocinio. Questo è il diritto a vedersi rappresentato in giudizio da un avvocato. Dovremmo però fare attenzione, perché i percettori di reddito di cittadinanza potrebbero perdere la possibilità a richiederlo, in determinate circostanze. Questo è ciò che ha chiarito l’Agenzia delle Entrate di recente con la risposta ad un interpello (risposta n.313/2021). Così vediamo quali sarebbero questi casi.

Un’entrata economica diversa dalle altre

Attraverso il reddito di cittadinanza lo Stato vuole evitare al destinatario il rischio di esclusione sociale e lavorativa causato dalla disoccupazione. Così corrisponde un sostegno economico di entità variabile previo avvio di un percorso di reinserimento lavorativo e la sottoscrizione del cosiddetto Patto per il lavoro. Trattandosi di un sussidio corrisposto dallo Stato e di natura assistenziale, questo sostegno economico è esente da imposizione IRPEF.

Dall’altro lato, però, il gratuito patrocinio viene concesso ai richiedenti che non abbiano superato la soglia di reddito annuo imponibile (risultante nell’ultima dichiarazione) di 11.746,68 euro. Su diretto interpello, l’Agenzia delle Entrate nel caso in concreto ha fornito la risposta riguardante un quesito sulla considerazione del reddito di cittadinanza quale cifra costituente reddito imponibile.

I percettori di reddito di cittadinanza potrebbero perdere un importante beneficio se superano la soglia di legge

Per la risposta al quesito occorre ricordare che la Corte di Cassazione penale nella Sentenza 36362/2010, aveva sancito che nella determinazione del reddito rilevano anche i redditi che per qualsiasi motivo non sono assoggettati ad imposta. Infatti, secondo la Corte, l’intenzione del legislatore non è quella di escludere i redditi che non rientrano nella base imponibile dal computo complessivo delle sostanze di un soggetto, ma al contrario di considerare tutti i redditi facenti capo al richiedente a prescindere dall’imponibilità fiscale. Tra questi rientrano anche, ad esempio, i redditi tassati alla fonte, quelli derivanti da attività illecita e quelli soggetti ad imposta sostitutiva.

Per questi motivi il Fisco, nella sua risposta, ha espressamente evidenziato come per accedere al gratuito patrocinio debba essere considerata come patrimonio del richiedente anche la somma proveniente dal reddito di cittadinanza. Nel caso di convivenza, potrà essere ritenuto parte del patrimonio anche il reddito di cittadinanza del convivente. Questo non avviene se oggetto del contendere siano diritti cosiddetti personalissimi oppure se la causa riguarda interessi in conflitto con quelli del convivente. Se considerando anche questo ingresso la somma è inferiore ai 11.746, 68 euro, allora il richiedente potrà usufruire del gratuito patrocinio.

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