Con la tempesta Covid e il progressivo cambio di passo da parte delle Banche centrali internazionali, i mercati di tutto il Mondo sono ad una svolta. Cosa accadrà nel 2022? Lo abbiamo chiesto a Bepi Pezzulli, noto avvocato d’affari, manager, giornalista italiano e britannico, a cui è stato recentemente assegnato il prestigioso Premio Eccellenza all’Annual Meeting di ProiezionidiBorsa. Di seguito l’intervista rilasciata alla nostra Redazione.
Partiamo da una prima domanda che, visto il periodo, è d’obbligo: la variante Omicron è un pericolo effettivo per dei mercati che, soprattutto negli USA, hanno più volte aggiornato i massimi storici?
La variante Omicron ha già fatto un ingresso aggressivo sui mercati, causando il Venerdì Nero del 26 novembre. L’indice DowJones ha perso 950 punti e da allora la volatilità è aumentata. Ma l’appetito degli investitori per le grandi azioni politiche di bandiera – lockdown, dad, pacchetti di stimolo – è scemato. D’altro canto, la Federal Reserve è concentrata sul termine delle politiche monetarie non convenzionali, e non manifesta di volerne sperimentare di nuove.
Io vedo tre rischi di mercato a breve termine.
Il primo rischio è la volatilità. I mercati azionari hanno un’elevata sensibilità verso la pandemia: il lungo rally dei prezzi ha reso le valutazioni elevate. Ogni nuova informazione è un’occasione per innescare il repricing. I riprezzamenti sono frequenti: ci sono voluti meno di cinque mesi per riprendersi dall’iniziale correzione da Covid 19, e ogni successivo calo è stato rapidamente invertito.
Il secondo rischio è l’inflazione. Omicron può prolungare i colli di bottiglia nelle supply chains e le carenze nelle catene di approvvigionamento spingono i prezzi in alto. Recentemente, il Governatore della FED Jerome Powell ha ammesso che l’inflazione non è più da considerarsi transitoria.
Il terzo rischio è la politica monetaria. Infine, Omicron potrebbe ispirare una Federal Reserve più hawkish. Se Omicron dovesse alimentare l’inflazione, la Fed potrebbe aumentare la velocità del tapering; i mercati sono in attesa di prezzare pienamente 3 rialzi dei tassi nel corso dell’anno.
2) Jerome Powell ha riconosciuto l’inflazione come “non transitoria”. Quali saranno le conseguenze per i risparmiatori?
Gli investitori stanno lottando contro la repressione finanziaria (livelli più alti di inflazione rispetto a tassi di interesse più bassi) sin dalla crisi finanziaria del 2008. Ma ora, i tassi di inflazione raggiungono massimi pluridecennali, con più volatilità sui mercati. Un tale ambiente minaccia tutte le asset classes. Quindi è necessario sviluppare strategie di investimento non convenzionali. In breve, bisogna posizionarsi negative duration e per farlo è necessario un mix di strumenti; in particolare è opportuno combinare inflation-linked bonds e payer swaptions (call sulla variable leg di un fixed-v-floating IRS) e aprire posizioni corte sui corporate bonds: shortare il credito è l’unico modo per garantirsi un attivo che sale quando gli attivi di rischio scendono. Rimane un ruolo complementare per la protezione tradizionale: real estate, infrastructure e metalli preziosi.
3) Che anno sarà il 2022 sui listini internazionali e quali i possibili protagonisti?
I mercati temono un policy mistake: se la politica monetaria dovesse muoversi in ritardo, l’inflazione potrebbe prendere forza; ma se la politica monetaria dovesse muoversi in anticipo, manderebbe l’economia in recessione.
Secondo Barclays, “le riserve di liquidità delle famiglie e delle imprese dovrebbero sostenere una modesta crescita degli utili, ma i persistenti problemi delle catene di approvvigionamento, l’inversione del consumo di beni e l’hard-landing della Cina sono i principali tail risks”.
Bank of America, vede “molte somiglianze tra oggi e il 2000 – il picco della bolla tecnologica”.
Per Morgan Stanley, “lo S&P 500 sarà range-bound e volatile, e i rendimenti delle obbligazioni negativi al netto dell’inflazione. Il reddito fisso dovrebbe essere ridotto per finanziare una maggiore esposizione agli attivi reali e a strategie non direzionali”.
JPMorgan si aspetta che “i mercati emergenti e i segmenti ciclici del mercato sovraperformino significativamente. La ragione di questo è l’aumento dei tassi di interesse e la politica monetaria marginalmente più stretta che dovrebbe essere un vento contrario per i mercati ad alto multiplo come il Nasdaq”.
Citi ha scritto che durante il midcycle preferisce i titoli health care. Il comparto può servire servire come “un ammortizzatore di volatilità” nei portafogli. Il mercato si aspetta tre rialzi dei tassi da parte della FED nel 2022.