A quanto pare il rialzo di ieri, visto sui mercati internazionali, è stato solo un fuoco di paglia. La conferma è arrivata direttamente oggi, all’indomani di quella giornata che, tra FED e BCE aveva visto eventi al limite dello storico. Come si ricorderà facilmente, infatti, ieri la BCE con un colpo a sorpresa aveva annunciato una riunione per riuscire a dare il la ad una serie di iniziative per riuscire a sostenere i Paesi periferici che, complici i rialzi sui tassi di interesse, rischiavano di dover pagare interessi troppo alti sul fronte del debito pubblico. Parallelamente, dall’altra parte dell’oceano, la FED annunciava il suo rialzo sui tassi di interesse.
Rialzo che, alla fine, si è confermato a +0,75%. In pratica il temuto gradino che gli analisti avevano già intuito. Ma che avrebbero preferito evitare. Ed oggi, come detto, si è avuta la conferma. I mercati continuano a viaggiare sulle montagne russe ed attualmente, nella seduta odierna, sono in fase ampiamente ribassista. Anche perché alla lista, già lunga, delle istituzioni finanziarie che hanno deciso di rivedere il costo del denaro rientra anche la Banca centrale inglese che, ormai, è arrivata alla quinta stretta.
Come detto, dunque, i mercati hanno sono in calo ovunque, Wall Street compresa. Numeri alla mano, poco prima delle 16.30 Piazza Affari perdeva il 2,85%. Ma il listino tricolore si trovava in buona compagnia perché insieme al Ftse Mib erano in passivo tutte le altre piazze di scambio del Vecchio Continente. Senza contare un S&P500 che, nello stesso momento, registrava un -2,8% proprio a causa della FED.
I mercati continuano a viaggiare sulle montagne russe con le Banche centrali che potrebbero aver perso il tocco magico
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Questo perché, oltre all’inflazione, già di per sé pesante soprattutto in USA, la paura più grande è quella di una recessione. Questo elemento, sommato anche ad altre incertezze, potrebbe destabilizzare ulteriormente la fiducia degli operatori. Le Banche centrali sembra che abbiano perso il loro tocco magico anche alla luce di un altro elemento di valutazione e cioè il piano della BCE che, senza troppi particolari tecnici, non sembra aver convinto gli osservatori. Il problema è anche la spaccatura presente all’interno del board tra falchi e colombe. Ma soprattutto tra i rappresentanti di differenti sensibilità all’interno dell’istituto da Christine Lagarde.
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