I mercati azionari continuano a indebolirsi. Focus sull’oro

I mercati azionari continuano a indebolirsi-Foto da pixabay.com

I grafici dei mercati azionari, dopo il forte rialzo  della scorsa settimana, hanno iniziato ad assumeere una tendenza ribassista. Cosa attendere da ora in poi? Il pattern settimanale, secondo i nostri algoritmi, doveva assumere la seguente “forma”: ritracciamento fra lunedì e martedì e poi nuova forza rialzista. Ad oggi, i listini stanno lalsciando sul tappeto di emedia oltre il 2% da inizio settimana.

Alla chiusura della seduta di contrattazione del giorno 3 ottobre abbiamo letto i seguenti prezzi:

Dax Future

19.128

Eurostoxx Future

4.936

Ftse Mib Future

33.100

S&P500 

5.692,03.

I mercati azionari continuano a indebolirsi. Cosa potrebbe accadere da ora in poi? La chiusura odierna potrebbe dare molte indicazioni in merito.

C’è da segnalare che l’Alligator Indicator sui time farme giornalieri dei listini analizzati, continua  indicare la possibile continuazione rialzista. Vedremo oggi cosa accadrà.

Le previsioni di UBP sull’oro

Durante l’estate, il prezzo dell’oro ha raggiunto un massimo storico, toccando circa 2.685 dollari per oncia. Questo significativo aumento è attribuibile a diversi fattori economici. Prima di tutto, i dati sull’inflazione negli Stati Uniti sono stati inferiori alle aspettative per due mesi consecutivi, con un’inflazione di fondo stimata attorno al 2,4% annuale. Questo calo dei dati mensili sull’inflazione ha suggerito che le pressioni inflazionistiche sono in diminuzione, portando la Federal Reserve a intraprendere un ciclo di riduzione dei tassi, con un primo taglio di 50 punti base a settembre. Nonostante ciò, vi sono segnali di una valutazione più aggressiva della FED, come evidenziato dai dot plot, dove molti membri prevedono ulteriori tagli ai tassi nei prossimi incontri.

In aggiunta, la debolezza del dollaro statunitense ha avuto un impatto positivo sull’oro. A partire da metà luglio, l’USD Dollar Index ha subito una flessione di circa il 4%. Un dollaro più debole tende a spingere il prezzo dell’oro verso l’alto, poiché il metallo prezioso è valutato in dollari. Dall’inizio di giugno, però, gli acquisti di oro da parte delle Banche centrali sono diminuiti, passando da una media di circa 80 tonnellate al mese a circa 40 tonnellate. Questo potrebbe essere dovuto all’aumento dei prezzi, che ha indotto le banche centrali ad adottare una posizione cauta.

La domanda retail, in compenso, ha visto un incremento, con gli investitori che hanno ricominciato a far affluire capitali verso gli ETF legati all’oro, interrompendo così due anni di deflussi. Inoltre, la domanda di oro in Asia, in particolare in Cina e India, è aumentata; i consumatori cinesi stanno cercando rifugi sicuri per i loro risparmi, poiché le alternative domestiche sono limitate. In India, la domanda è cresciuta grazie alla riduzione dei dazi d’importazione. Con l’approssimarsi del quarto trimestre, ci si aspetta che la combinazione di ulteriori riduzioni dei tassi da parte delle banche centrali e un dollaro debole continuerà a sostenere il prezzo dell’oro, con previsioni che ipotizzano un possibile aumento verso livelli di 2.800 dollari per oncia entro la metà del 2025.

Dove è diretta la materia prima? Le indicazioni dei nostri algoritmi

Negli ultimi giorni l’oro si è mosso in area 2.670 dollari dopo che nel corso dell’anno hanno segnato il minimo 2.087,6 e il massimo a 2.708,7.

Al momento la strada segnata sembra propendere per un ulteriore rafforzamento dell’oro. Un supporto di breve termine sarebbe 2.646,2, minimo del 30 settembre. La prima resistenza di breve termine invece. è rappresentata dal massimo annuale, segnato il 26 settembre.

Al momento, anche l’Alligator Indicator settato su tutti i time frame, lascia pensare a ulteriori rialzi sia di breve che di medio lungo termine.

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