L’assenza dal lavoro per malattia talvolta richiede un periodo di allontanamento dalla sede presso cui si svolge il proprio incarico per consentire la ripresa. Chi presta servizio presso un Ente pubblico o un’azienda privata sa bene che il diritto allo stato di malattia comporta anche dei doveri.
Primo tra tutti troviamo quello che interessa l’obbligo di reperibilità alla visita del medico fiscale. In un precedente articolo abbiamo illustrato quali sono gli orari delle visite fiscali per dipendenti pubblici e privati nel 2022. Fatta la regola, tuttavia, esistono delle eccezioni che è bene considerare e che garantiscono l’esonero. Difatti, i lavoratori dipendenti in malattia INPS possono uscire di casa laddove la patologia stessa richieda specifici trattamenti come vediamo di seguito.
Conseguenze per assenza alla visita fiscale INPS
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L’assenza del lavoratore al controllo domiciliare del medico fiscale può comportare delle conseguenze piuttosto nefaste. Potrebbe perdere ben 10 giorni di indennità chi non si attiene alle regole o, nei casi più gravi, rischiare fino al licenziamento. Esistono delle situazioni che determinano la possibilità di beneficiare dell’esonero del lavoratore alla reperibilità. Ciò tuttavia non esclude che si possa concordare con il medico revisore un controllo durante il periodo di malattia. Ad esempio, i dipendenti pubblici non hanno l’obbligo di reperibilità al controllo medico INPS in determinati casi che abbiamo precedentemente analizzato. Tenendo conto di queste premesse, è doveroso affrontare anche situazioni particolari. Si tratti di casi in cui la natura della malattia stessa richieda un contatto sociale, piuttosto che l’isolamento in casa per favorire la guarigione.
I lavoratori dipendenti in malattia INPS possono uscire anche durante la reperibilità alla visita fiscale presentando questa certificazione
Come funziona l’obbligo di reperibilità per il lavoratore dipendente che si assenta per malattia depressiva? Laddove il medico certifichi tale condizione clinica con scompenso acuto e altamente invalidante, il lavoratore potrebbe beneficiare dell’esonero dalle fasce di reperibilità.
È quanto chiariscono diverse sentenze della Corte di Cassazione, tra le quali citiamo la n. 9647 del 13 aprile 2021. Gli Ermellini hanno dichiarato illegittimo il licenziamento di un lavoratore dipendente che svolge attività ricreative nel periodo di assenza per lavoro dovuto a malattia depressiva. Ciò a patto che il medico che attesta lo stato di malattia depressiva prescriva una terapia che preveda uscite di casa e attività di svago.
Secondo i giudici una simile condotta non è sufficiente a far presumere l’inesistenza della malattia, né pregiudica il recupero della stessa. Come chiarisce l’articolo 32 della Costituzione, la patologia impeditiva, ai sensi dell’art. 2110 del codice civile, si deve intendere in maniera precisa. Essa non è lo necessariamente uno stato che comporta l’impossibilità assoluta a svolgere qualsiasi attività, ma uno stato impeditivo delle normali prestazioni lavorative.
La malattia depressiva
La malattia depressiva potrebbe non trovare giovamento nella permanenza in luoghi chiusi ed isolati. Per questa ragione si potrebbe commettere un illecito sanzionando il lavoratore che effettua attività di svago mentre è assente per patologie psichiche. Come evidenziano gli Ermellini, l’attività extra lavorativa può costituire un illecito se fa presumere l’inesistenza di malattia e una sua fraudolenta simulazione. Oppure se, in relazione alla natura della patologia e delle mansioni svolte, pregiudichi o ritardi la guarigione.
Nel caso esaminato dai giudici, tali norme non si ritenevano violate e pertanto non sussistevano le condizioni per legittimare il licenziamento. In tutti i restanti casi, è sempre doveroso attenersi alle direttive INPS che non ammettono l’esonero dalle fasce di reperibilità.