Nei mesi bui della pandemia le imprese hanno subito almeno due tipologie di perdite. La prima è derivata direttamente dal calo di fatturato per via della mancata operatività. Un’altra è dipesa dalla normativa anti-Covid, che in molti casi ha imposto spese supplementari per adeguare le strutture ai nuovi scenari.
Infine ci sono state le possibili perdite derivanti dalla particolare natura dell’oggetto sociale trattato. Si pensi, ad esempio, alle perdite per il cibo andato a male per tutte quelle attività che avevano scorte alimentari alla data del primo lockdown.
A onor del vero va detto che il legislatore ha messo mano al bilancio dello Stato e provveduto, in tempi e modi differenti, a ristorare gli aventi diritto.
Proprio in queste ore è in corso l’inoltro delle richieste per il Bonus riqualificazione alberghi. Precisiamo subito che si tratta di una misura slegata dalle conseguenze del Covid, anche se ricade in quegli anni in termini di periodo d’imposta.
Procediamo con ordine e facciamo chiarezza sulla materia. Anticipiamo solo che i lavoratori del turismo hanno 3 giorni per chiedere questo Bonus al Ministero del Turismo.
Il Bonus riqualificazione alberghi
Indice dei contenuti
Sul portale del Ministero del Turismo (sezione “Amministrazione trasparente”) c’è l’avviso pubblico con le modalità inerenti la richiesta del credito d’imposta. Si tratta del ristoro previsto per le strutture del comparto turistico e/o ricettive che hanno sostenuto spese di miglioramento delle stesse strutture.
A parziale ristoro dei costi sopportati, dalle ore 12.00 del 13 giugno e fino alla stessa ora del 16 (in tutto 72 ore) si può chiedere il Bonus. In questo caso l’agevolazione consiste in un credito d’imposta pari al 65% delle spese. Il ristoro spettante non può tuttavia superare i 200mila e riguarda spese sostenute in un preciso arco temporale. Vale a dire dal 1° gennaio del 2020 e fino al 6 novembre del 2021.
Infine diamo uno sguardo a chi sono i destinatari della misura. Troviamo gli alberghi (almeno 7 camere), i villaggi albergo, gli alberghi diffusi, gli agriturismi, le strutture ricettive all’aria aperta, gli stabilimenti balneari.
Gli interventi ammessi
Questo credito d’imposta fu introdotto nel 2014 (e fino al 2016), poi nel biennio 2017-18 e infine riproposto (con modifiche) dal Decreto Agosto. L’agevolazione ristora un preciso ventaglio di lavori di riqualificazione e miglioramento delle strutture interessate. Vale a dire:
- manutenzione straordinaria e ristrutturazione edilizia;
- restauro e risanamento conservativo;
- adozione di misure antisismiche o abolizione di barriere architettoniche;
- opere di efficientamento energetico;
- mobilia e complementi d’arredo;
- realizzazioni di piscine termali o attrezzature attinenti le attività termali.
I lavoratori del turismo hanno 3 giorni per chiedere questo Bonus che ristora il 65% delle spese sostenute nel 2020 2021
Il plafond delle risorse disponibili ammonta a 380 milioni di euro e si procederà fino al loro esaurimento. Tradotto vuol dire che i soldi saranno assegnati in base all’ordine di arrivo delle domande. Il Bonus è spendibile solo in compensazione, tramite il modello F24, e va richiesto accedendo alla piattaforma dedicata.
Ogni impresa avente diritto può inoltrare una sola domanda per una sola struttura ricettiva sulla quale c’è stato l’intervento.
Approfondimento
Quanto rende l’investimento in questa bellissima attività a contatto con la natura?