I fortunati che nel 2022 potrebbero andare in pensione con soli 20 anni di contributi versati all’INPS

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Il sogno di ogni lavoratore è di uscire dal Mondo del lavoro il prima possibile e di godersi la pensione. Il nostro sistema permette anche di avere l’assegno previdenziale con 20 anni di contributi a determinate condizioni. Il nostro sistema pensionistico offre molte soluzioni a chi vuole andare in pensione. Le più classiche e quelle conosciute da quasi tutti sono la pensione di vecchiaia e quella di anzianità. La pensione di anzianità permette al lavoratore di andare in pensione con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. Alla lavoratrice basteranno 41 anni e 10 mesi di contributi. Ma le donne hanno a disposizione un’altra modalità di pensionamento anticipato che può essere sfruttata anche quest’anno. Le lavoratrici con questa modalità possono andare in pensione con 35 anni di contributi. Ma chi ha solo 20 anni di contributi può andare in pensione quest’anno? Potrebbe a determinate condizioni.

I fortunati che nel 2022 potrebbero andare in pensione con soli 20 anni di contributi versati all’INPS

Chi ha almeno 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi può andare in pensione già quest’anno. Però, a queste due condizioni, età anagrafica e contributi, se ne aggiunge una terza per chi non ha versamenti contributivi prima del 1996. Questi per andare in pensione dovranno avere un assegno previdenziale finale superiore di una volta in mezzo a quello sociale.

Anche i lavori dipendenti del settore privato in possesso di invalidità pensionabile almeno al 80%, possono andare in pensione con 20 anni di contributi. In questo caso è richiesta per le donne un’età minima di 56 anni e per i lavoratori un’età minima di 61 anni. Ma questi aspiranti pensionati devono avere un altro requisito, essere in possesso di contribuzione precedenti al 1996.

I fortunati che nel corso dell’anno potranno avere altre agevolazioni sono anche coloro che hanno compiuto 64 anni. Ebbene chi è nella schiera potrebbe andare in pensione anticipata con vent’anni di contributi effettivi. Tuttavia questi lavoratori dovranno avere un assegno previdenziale finale almeno 2,8 volte superiore all’assegno minimo sociale. Inoltre, ulteriore condizione, questi lavoratori devono avere tutti i contributi versati dopo il 1° gennaio 1996.

Naturalmente una volta andati in pensione poi occorre fare i conti con l’assegno pensionistico, che non sempre è uguale all’ultimo stipendio preso. Molti lavoratori, concentrati sul momento dell’uscita dal Mondo del lavoro, tendono a trascurare questo aspetto, ovvero mantenere il tenore di vita precedente alla pensione. Questo problema lo si dovrebbe affrontare per tempo, anni prima della pensione. Uno degli obiettivi che dovrebbe avere chi entra nel Mondo del lavoro è di crearsi una pensione integrativa.

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