Tra le forme di risparmio più diffuse presso i risparmiatori incontriamo sicuramente i fondi comuni d’investimento (FCdI).
Si tratta di strumenti che consentono al piccolo investitore di partecipare a un patrimonio comune attraverso l’acquisto delle sue quote. Il patrimonio del fondo è autonomo e indipendente da quello dell’emittente/gestore, la SGR. Essa lo gestisce in maniera eguale per tutti i partecipanti, ossia per i titolari delle quote.
Ora, considerato il periodo di dichiarazione dei redditi vediamo se i fondi comuni d’investimento devono essere dichiarati nell’ISEE e nel modello dei redditi.
Come funziona
Indice dei contenuti
Il risparmiatore che decide di investire i risparmi in un FCdI sottoscrive una o più quote emesse dalla SGR (Società di Gestione del Risparmio). Questa poi investirà il capitale raccolto nelle attività finanziarie (asset class) indicate nello statuto e/o regolamento e nei modi ivi previsti.
Sul mercato vi è abbondanza di questi strumenti, suddivisi principalmente a seconda del sottostante. Troviamo così i fondi monetari, obbligazionari, azionari, flessibili, bilanciati, etc.
Quali sono i rischi legati all’investimento in un fondo comune
In generale, questi fondi attivi attuano al meglio il principio della diversificazione dell’investimento. Inoltre offrono al risparmiatore elevata competenza in tema di investimenti, considerato che sono gestiti da professionisti del risparmio.
Ancora, mentre potrebbe fallire la SGR non altrettanto può dirsi per il patrimonio del fondo, separato da quello del gestore. Certo, è difficile ipotizzare il fallimento della SGR senza che le quote non registrino perdite di valore, anche significative. In tal caso le quote del FCdI verrebbero liquidate al prezzo di mercato e rimborsate ai partecipanti del fondo.
Parimenti potrebbe fallire l’emittente di un bond o di una data azione che rientrano tra gli investimenti del fondo. Tuttavia, grazie al principio della diversificazione del capitale la perdita è molto attenuata.
Diverso è invece il caso di chi ottiene un rendimento al di sotto delle attese. Questo può dipendere da mille variabili, come il tempo dell’acquisto delle quote, i costi del fondo, la capacità del gestore, etc. Insomma, valgono le stesse considerazioni che incontriamo anche nelle altre forme d’investimento.
I fondi comuni d’investimento vanno dichiarati nell’ISEE e nel modello 730?
Un’altra buona notizia (in apparenza) è quella per cui i guadagni conseguiti da una o più quote del fondo non vanno dichiarati nel modello dei redditi. Questo non perché si tratta di redditi di capitale non soggetti a tassazione. Più semplicemente essi sono tassati dal gestore prima ancora dell’accredito del rendimento sul conto del cliente.
In definitiva non occorre indicare questi guadagni nella dichiarazione dei redditi. Essi sono soggetti a imposta sostitutiva o a ritenuta (a titolo di imposta), a seconda del tipo di reddito del fondo oggetto di imposizione.
Di contro, nel calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (l’ISEE) occorre inserire anche questa rendita finanziaria. Un discorso che peraltro coinvolge anche bond e azioni, depositi e conti correnti bancari e postali.
Infine ricordiamo che i FCdI sono pignorabili al pari di molti altri prodotti di investimento. Occorre tuttavia un provvedimento giudiziario al riguardo.
Lettura consigliata
Rendimenti dei BTP al top battono quelli dei buoi postali e conto deposito