I fan di Hunger Games non devono perdersi questa nuova serie Netflix

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È arrivata dal Giappone una nuova serie tv che molti hanno paragonato ad Hunger Games. I suoi toni dark e i suoi temi hanno velocemente attratto molti spettatori. Disponibile su Netflix, al momento è stata pubblicata solo la prima stagione, ma è in lavorazione il secondo capitolo di questa storia mozzafiato. Ecco perché i fan di Hunger Games non devono perdersi questa nuova serie Netflix.

Lotta per la sopravvivenza

 La serie di cui stiamo parlando è Alice in Borderland, tratta dal manga omonimo di Haro Aso. La storia segue le peripezie di Arisu e dei suoi amici in una Tokyo terrificante. La città si è infatti trasformata come per magia, passando da metropoli piena di vita a città fantasma. Al suo interno abitano solo altri concorrenti come Arisu. Questi sono costretti a prendere parte a competizioni e sfide nelle varie arene disseminate per la città. Morire è semplice e superare la prova non assicura la sopravvivenza. Ogni giocatore, infatti, è costretto a continuare a partecipare ai giochi per non venire ucciso.

Hunger Games incontra Alice nel paese delle meraviglie

In molti hanno paragonato Alice in Borderland ad Hunger Games per via dei suoi temi survival e delle sfide tutti contro tutti. Questa serie si rifà però anche a una tradizione giapponese di film e contenuti tra cui spiccano opere come Battle Royale. I fan di Hunger Games non devono perdersi questa nuova serie Netflix, ma Alice in Borderland attira anche altri tipi di spettatori.

A partire dal nome è però facile notare anche un legame con Alice nel paese delle meraviglie. Il nome del protagonista stesso, Arisu, si rifà infatti alla pronuncia giapponese di Alice. Durante le due avventure Arisu incontra diversi personaggi che ricordano, almeno nel nome, quelli del libro di Carroll. Tra questi spicca la sua alleata, Usagi, cioè coniglio in giapponese. Ma non solo, il tema delle carte da gioco così forte in Alice nel paese delle meraviglie ha un ruolo anche in Alice in Borderland. A ogni sfida è infatti attribuita una carta. Il numero rappresenta la difficoltà e il seme il tipo di gioco. E tra gli abitanti di questa Tokyo alternativa c’è chi crede che le carte abbiano un’importanza fondamentale…

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