Con i conti del 2022 visti in miglioramento rispetto al piano industriale, dopo i primi nove mesi i conti battono le attese e il titolo esplode al rialzo. Fin dove potranno arrivare le quotazioni? Potranno essere ritoccati i massimi storici in area 57 euro?
I primi nove mesi del 2022 hanno visto crescere in doppia cifra le principali voci della trimestrale di Recordati. Rispetto ai primi nove mesi del 2021 i ricavi consolidati sono cresciuti di circa il 20%. L’utile netto rettificato, invece, ha raggiunto 355,9 milioni, in crescita del 13,5%. Sostenuto dai solidi conti, ha visto al rialzo gli obiettivi del 2022.
Ecco, quindi, giustificato il rialzo cui abbiamo assistito in circa 20 sedute e che ha portato a un rialzo di circa il 20%. Da notare che un rialzo di tale ampiezza in 20 sedute poche altre volte è stato registrato nella storia di Recordati.
Le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Recordati (MIL:REC) ha chiuso la seduta del 2 dicembre a quota 41,49 euro, in ribasso dello 0,26% rispetto alla seduta precedente.
Dopo una breve escursione ribassista, la tendenza in corso sul titolo è rialzista dopo che i conti battono le attese e migliorano le prospettive per l’intero 2022. Le medie, infatti, hanno nuovamente incrociato al rialzo. Ci sono, quindi, tutte le condizioni affinché il titolo possa continuare al rialzo almeno fino in area 45 euro. Il superamento di questo livello di resistenza, poi, potrebbe aprire le porte al raggiungimento dei massimi storici.
L’indecisione tra rialzo e ribasso del mese scorso, quindi, si è risolta a favore dei tori.
La valutazione di Recordati
Qualunque sia l’indicatore utilizzato, le azioni Recordati risultano essere sopravvalutate. Ad esempio, per il rapporto prezzo su utili, le azioni Recordati risultano essere sopravvalutate di circa il 10% rispetto alla media del settore italiano. Il rapporto tra prezzo e fatturato della società, poi, con un valore di 4,7x la colloca tra le aziende più costose su scala mondiale. Anche il Price to Book ratio esprime una sopravvalutazione di circa il 30%.
Secondo quanto riportato sulla stampa specializzata, poi, per gli analisti il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione dell’8% rispetto alle attuali quotazioni. La dispersione tra le diverse raccomandazioni degli analisti, invece, è di circa il 16%.