I sindacati sono in tumulto per la decisione presa da un gruppo bancario italiano. Molti territori e clienti verranno abbandonati pur essendo zone con un buon numero di posizioni aperte. Già la Banca Popolare Pugliese era intervenuta tempo addietro modificando gli assetti territoriali e impoverendo intere aree interne relativamente alla presenza di sportelli.
Oggi si sta con il fiato sospeso in attesa delle decisioni di un gruppo che risulterebbe economicamente sano ma che intende effettuare dei tagli.
I clienti correntisti di questa banca rischiano di non poter prelevare in diverse città a causa di una decisione incomprensibile
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Pare che la banca sia orientata verso un efficientamento che comporterebbe la chiusura di moltissime filiali. Dietro la decisione c’è però, secondo i sindacati, una ridotta attrattività da parte di territori che non sono reputati sufficientemente produttivi.
Questo istituto bancario già 6 mesi fa aveva effettuato una prima sforbiciata che ha comportato una riduzione di 104 filiali. Dal mese di maggio partono altre 140 chiusure in tutta Italia senza che vi sia un nuovo piano industriale. Specialmente nei piccoli centri si è verificato che grandi realtà del credito come Intesa San Paolo, Unicredit e altri abbiano deciso di abbandonare il territorio. L’Unione Nazionale dei Comuni Montani lamenta una presa in giro nei confronti delle micro realtà. Tra tutte le banche in questi giorni si parla della BPER.
Chiusure e licenziamenti dopo le acquisizioni
Ciò che emerge è che la BPER, dopo aver acquisito realtà minori, proceda potando quelli che ritiene siano rami secchi. Una delle Regioni più colpite da questa decisione è l’Abruzzo. Qui la BPER aveva acquisito realtà come Carispaq, BLS e Serfina. Dopo queste operazioni c’è stata una contrazione riguardante la presenza territoriale e l’occupazione. Le precedenti realtà insistevano capillarmente sul territorio. Oggi l’Abruzzo attende la chiusura di ulteriori 13 filiali di BPER. Non sono da meno altre realtà territoriali italiane.
Dunque, i clienti correntisti di questa banca avranno disagi e probabilmente costi aggiuntivi dovuti alla contrazione del servizio. Già con le precedenti chiusure molti si sono visti dirottare su filiali più lontane e disagevoli ottenendo una limitazione dell’operatività. Inoltre, anche a seguito della pandemia, c’è stata una contrazione negli orari di apertura degli uffici con conseguenti difficoltà per chi non riesce o non intende operare da remoto.
Tutte scelte imprenditoriali che vanno a gravare sul risparmiatore. Si potrebbe cogliere l’occasione per spostare i propri soldi presso un altro operatore del credito.
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