L’inflazione è solo una delle cause che ha portato al recente e generalizzato rialzo dei rendimenti sul mercato del reddito fisso. Mentre fino all’anno scorso i potenziali guadagni su questo fronte lasciavano a desiderare, oggi la situazione è mutata.
Ad esempio i BTP a due anni rendono all’incirca il 2,75% lordo. Parimenti sono saliti quelli lordi e netti del conto deposito (CD), specie su quello vincolato. Infine anche sul risparmio postale sono aumentati i potenziali guadagni, grazie ai nuovi buoni fruttiferi più remunerativi e ai ritocchi dell’offerta Supersmart.
Rendimento lordo, netto e reale
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Tuttavia, una doverosa precisazione si rende alquanto necessaria. Quando parliamo di rendimenti dobbiamo scindere tra lordo, netto e reale.
Il primo è quello che non considera le ritenute fiscali, distinte a seconda del prodotto di riferimento. Si passa infatti dal 12,50% di un buono o titolo di Stato al 26% di un CD. Inoltre non tiene conto delle commissioni all’intermediario, dovute per i bond ma assenti nei buoni e, spesso, anche nei CD.
Il rendimento netto, quindi, è quello ottenuto dal lordo una volta privato delle tasse e delle spese. Quello reale, infine, considera anche il peso dell’inflazione.
Considerato l’attuale livello del carovita, si comprende subito che spesso sul reddito fisso oggi i rendimenti reali sono negativi. Cioè il guadagno netto non copre neanche una parte della perdita subita in conto capitale per colpa dell’inflazione. Tuttavia, almeno la limita, in misura variabile a seconda dello strumento in questione.
Prendiamo a riferimento i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro di durata variabile fino ai 12 mesi, quindi di vita breve o brevissima. Ora, i BOT a 6 mesi sono una buona occasione per chi ha soldi da investire a stretto giro?
L’annuncio del Tesoro di emissione BOT in asta giovedì 27 ottobre
A inizio settimana il Dipartimento del Tesoro ha annunciato una nuova emissione di BOT a 6 mesi. Vediamo in sintesi la scheda dell’offerta. Ieri è stato il termine per la prenotazione da parte del pubblico. Oggi alle 11.00 quello della presentazione delle domande in asta, domani quello del collocamento supplementare e il 31 ottobre quello del regolamento.
L’emissione dura 179 giorni (6 mesi), con data inizio lunedì 31 ottobre e scadenza il 24 aprile 2023. L’importo offerto è pari a 6 miliardi di euro (taglio minimo di mille euro), posti all’asta con il sistema di collocamento dell’asta competitiva. Com’è noto a quest’ultime partecipano esclusivamente i c.d. “Specialisti in titoli di Stato”, ossia gli operatori professionisti.
Ma oggi i BOT a 6 mesi sono una buona occasione per chi ha molti o pochi soldi sul conto?
Al netto di chi partecipa all’asta, oggi i BOT potrebbero rappresentare un discreto parcheggio di breve termine della liquidità. Poco importa se si tratta di risparmi depositati sul libretto postale o un c/c online o aperto presso la banca sotto casa.
La soluzione chiede solo la certezza del non disinvestimento del prodotto prima della scadenza. Questo per evitare eventuali perdite in conto capitale. Il Tesoro, infatti, alla scadenza delle obbligazioni rimborsa il valore nominale di cento. Quindi comprandolo al di sotto di questo livello ci si assicura un potenziale guadagno positivo.
Vediamo quanto quotano oggi due BOT aventi durata quasi analoga a quello di nuova emissione. Il bond zero coupon ISIN IT0005492415 (14/04/2023) quota a circa 99,30 centesimi, mentre il BOT con ISIN IT0005494502 (12/05/2023) scambia a 99,10.
Non si tratta affatto di guadagni eclatanti. Tuttavia, per chi è certo del non utilizzo della liquidità per pochi mesi lo strumento potrebbe dar modo di limare di un po’ le perdite legate all’inflazione.