I 7 sintomi più ricorrenti del Parkinson e le analisi da fare per la diagnosi, con un occhio ai consigli per la prevenzione

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La malattia di Parkinson sarebbe tra le più diffuse malattie neurodegenerative che provocano disordini del movimento. In Italia, come nel resto del Mondo, il fenomeno è quanto mai serio e interessa circa 300.000 persone. Generalmente, colpirebbe le persone al di sopra dei 65 anni, anche se i casi di malattia precoce stanno aumentando. In generale, su base percentualistica, gli uomini si ammalerebbero l’1,5% in più delle donne. La malattia, tecnicamente, si caratterizza per la riduzione della dopamina in un’area del cervello che denota una progressiva degenerazione dei neuroni.

Da qui, l’accumulo di una proteina chiamata alfa-sinucleina, reputata responsabile della diffusione della malattia al resto del cervello. Una delle caratteristiche della patologia è la sua iniziale asintomaticità. Ciò non permetterebbe né all’interessato, né tantomeno ai familiari, di accorgersene per lungo tempo. Questo perché i sintomi inizierebbero a manifestarsi quando la progressione raggiunge il 60% dei neuroni.

Quali sarebbero i sintomi più frequenti

Tra i sintomi più ricorrenti del Parkinson si registrerebbero i seguenti:

  • tremore a riposo;
  • rigidità;
  • lentezza dei movimenti automatici;
  • perdita di equilibrio e instabilità posturale;
  • andatura impacciata e postura curva;
  • depressione;
  • lentezza nell’articolare le parole.

Le cause di detta patologia non sono del tutto note ma, certamente, essa deriverebbe dall’incidenza di fattori ambientali e genetici. Abbiamo indicato quali sarebbero i 7 sintomi più ricorrenti del Parkinson. Adesso, cerchiamo di capire se questa malattia si possa prevenire, in qualche modo. Ebbene, sul punto è bene precisare che, ad oggi, non esistono farmaci in grado di prevenirla o di curarla. Tuttavia, la conduzione di una vita attiva e un’alimentazione adatta, potrebbero aiutare a preservare il sistema nervoso. Quindi, potrebbero giovare ed incidere sui fattori causativi esterni (non già su quelli genetici). Questo significa che è importante fare attività fisica ed adottare una dieta ricca di verdure, soprattutto a foglia verde. Inoltre, essa dovrebbe contenere: legumi, frutta, frutta secca (tra cui prevalentemente noci) e cereali integrali. Poi: pesce, carne bianca, uova e olio extravergine di oliva, ossia tutti alimenti che avrebbero un effetto neuroprotettivo.

I 7 sintomi più ricorrenti del Parkinson e le analisi da fare per la diagnosi, con un occhio ai consigli per la prevenzione

Indicati quali sarebbero i sintomi più comuni della malattia e come aiutarsi con la prevenzione, veniamo a quali esami occorre fare. La diagnosi avviene attraverso la valutazione non già di una sola indagine, ma di più indagini comparate tra loro. Sarebbero rilevanti pertanto:

  • anzitutto la storia clinica e familiare del paziente;
  • la valutazione dei sintomi e dei segnali neurologici;

Incidono poi le risultanze di esami strumentali, quali:

  • la risonanza magnetica nucleare ad alto campo;
  • scintigrafia del miocardio;
  • SPECT;
  • PET cerebrale;
  • test neurofisiologici del sistema nervoso.

Infine, possiamo dire che oggi, come indicato, non ci sono cure disponibili. Tuttavia, il trattamento farmacologico, la chirurgia e la gestione multidisciplinare consentirebbero di alleviare i sintomi della malattia. Tra i principali farmaci si utilizzano la levodopa e gli inibitori MAO-B.

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