I 3 motivi per cui si riduce la pensione di reversibilità. I familiari superstiti che percepiscono la pensione di reversibilità potrebbero subire dei tagli e sono almeno 3 i motivi per cui l’assegno si riduce. Il rateo pensionistico che l’Inps eroga ogni mese potrebbe diminuire se subentrano alcuni cambiamenti. Non sempre infatti chi gode dell’assegno pensionistico riesce a conservare nel tempo i requisiti necessari al riconoscimento del trattamento previdenziale. Anzi può accadere addirittura di perdere del tutto il diritto alla pensione dei superstiti.
In un precedente articolo abbiamo chiarito i rischi di decadenza del beneficio. Abbiamo difatti spiegato ai nostri lettori “Quando si perde la pensione di reversibilità?”. Alcune scelte di vita o mutamenti nella condizione finanziaria dei percettori del rateo potrebbero difatti lasciare senza copertura pensionistica i beneficiari. Vediamo dunque in una manciata di minuti di analizzare le circostanze e i 3 motivi per cui si riduce la pensione di reversibilità.
I 3 motivi per cui si riduce la pensione di reversibilità
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Uno dei motivi che determina la riduzione dell’importo pensionistico riguarda la composizione del nucleo familiare del percettore. L’assegno mensile risulta ridotto se in famiglia non ci sono studenti, minorenni o soggetti affetti da disabilità.
Altro motivo che contribuisce al taglio dell’ammontare complessivo è riconducibile all’età in cui il defunto ha contratto il matrimonio. Per limitare il fenomeno dei matrimoni di convenienza con la circolare n. 84/2012 l’Inps ha reso note alcune disposizioni. Il diritto al 60% dell’assegno spetta se il defunto ha contratto matrimonio prima dei 70 anni di età.
Inoltre la differenza di età fra i due coniugi non deve essere superiore a 20 anni e il matrimonio deve aver avuto una durata minima di 10 anni. In caso contrario, “qualora il matrimonio sia stato contratto per un periodo inferiore a 10 anni, la quota del 60% spettante al coniuge superstite dovrà essere ridotta del 10% in ragione di ogni anno mancante a 10 anni”.
Terzo motivo che determina il taglio dell’importo è legato alle fasce di reddito di appartenenza di chi percepisce la pensione. La circolare Inps n. 147/2012 ha difatti chiarito che la riduzione del 25% scatta in presenza di redditi inferiori a 26.385,84 euro. Il 40% di riduzione è invece previsto per chi dichiara redditi inferiori a 32.982,30 euro e il 50% se si supera quest’ultima soglia.