I 3 motivi per cui non bisogna tenere più di 100 mila euro sul conto corrente

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Secondo le recenti stime, i depositi bancari degli italiani ammontano a 1.600 miliardi. Probabilmente, alla fine dell’anno PIL italiano e depositi coincideranno. Il Pil secondo le stime sarà sceso almeno a 1.700 miliardi e i depositi saranno saliti, probabilmente, a 1.700 miliardi di euro. Lasciare i soldi sul conto corrente non è una soluzione consigliabile. Nell’articolo gli Esperti di ProiezionidiBorsa illustrano quali sono i 3 motivi per cui non bisogna tenere più di 100 mila euro sul conto corrente.

Lasciare i risparmi in banca ha un costo rilevante

Gli italiani, colpiti improvvisamente dalla pandemia, con un futuro incerto, lasciano tutto sul conto, in attesa di tempi migliori. Non investono sul mercato azionario, acquistano poche obbligazioni e il mattone, bene rifugio per eccellenza, per il momento viene accantonato. Ingenuamente, pensano che lasciare i soldi sul conto sia la strategia migliore. Ma questa soluzione ha dei costi e degli inconvenienti. Sorvoliamo sull’aspetto dei costi opportunità. I soldi sul conto, anziché investiti in azioni o obbligazioni, sono un mancato guadagno, specialmente per chi ha cifre rilevanti.

I 3 motivi per cui non bisogna tenere più di 100 mila euro sul conto corrente

Non pensiate che siano pochi gli italiani che hanno almeno 100 mila euro sul conto. Sono molti, lo stanno a dimostrare i 1.600 miliardi di depositi totali. Tenere oltre 100 mila euro su un conto è una strategia suicida. Ecco i 3 motivi per cui non bisogna tenere più di 100mila euro su un conto corrente.

Il primo motivo attiene alla garanzia in caso di fallimento della banca. Il FIDT, Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, garantisce i soldi sui conti correnti fino a 100  mila euro. Oltre quella cifra si corre il rischio di perdere la parte eccedente i 100 mila euro in caso di fallimento bancario.

Una possibile patrimoniale sconsiglia di lasciare i soldi sul conto

Il secondo motivo riguarda una possibile patrimoniale o un prelievo forzoso. L’ipotesi è tutt’altro che remota anche se non è probabile che accada con questo Governo (ne abbiamo parlato in questo articolo). Nel 1992, in una notte di luglio, il Governo Amato alla ricerca di fondi, fece scattare un prestito forzoso sui conti correnti. Se questa sarà in percentuale sui depositi, più soldi si hanno sul conto e più pesante sarà la tassa

Terzo motivo. Sopra i 5mila euro si paga una tassa, il bollo sul conto corrente. Sarà anche poca cosa, 34,2 euro all’anno, ma perché regalarli allo Stato. In fondo avere sul conto 4mila euro per le spese spicciole è più che sufficiente. Il resto del capitale si può impiegare in BTP, finché non torneranno tempi migliori per investirlo altrove.

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