Quando un lavoratore perde il lavoro in modo involontario ha diritto all’indennità di disoccupazione NASPI. Per averla deve presentare apposita domanda all’INPS, ma deve farlo senza commettere una serie di errori che potrebbero negargli il diritto. In questo articolo, quindi, andremo a vedere gli errori da non fare per vedere accettata la domanda presentata all’Istituto. E senza avere problemi.
Il lavoratore con contratto subordinato ha diritto, in caso di cessazione, all’indennità di disoccupazione. Che per i dipendenti è chiamata NASPI. Per altre tipologie di lavoratori ci sono altri ammortizzatori sociali come l’ISCRO, la DIS COLL e la disoccupazione agricola. Per averne diritto deve essere sempre presentata esplicita domanda all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Ma ecco quali sono i 3 errori da evitare quando si deve richiedere il beneficio.
Domanda NASPI, ecco cosa non fare
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Per presentare domanda di indennità di disoccupazione bisogna inoltrare specifica richiesta all’INPS. Prima di farlo è bene sempre controllare di essere in possesso di tutti i requisiti che diano diritto di NASPI. Ricordiamo, infatti, che occorre, oltre allo stato di disoccupazione, aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 48 mesi precedenti per avere l’indennità di disoccupazione.
Ma può capitare che l’INPS respinga anche la domanda di chi è in possesso di tutti i requisiti. Perché, magari, sono stati commessi degli errori nella presentazione della stessa.
Beneficio accettato senza domanda respinta
Per vedere la propria domanda accettata sicuramente e senza problemi bisogna fare molta attenzione ai tempi previsti dall’INPS. E ad altri obblighi previsti per il disoccupato che non sono troppo conosciuti. Per non perdere il diritto all’agevolazione, infatti, non bisogna commettere uno di questi errori.
La richiesta di NASPI deve essere fatta entro il sessantottesimo giorno di disoccupazione. Presentare domanda dopo 68 giorni, quindi, equivale a perdere il diritto all’indennità di disoccupazione.
I 3 errori da evitare quando si deve richiedere la NASPI
Un’altra cosa molto importante da non fare è lavorare nei primi 8 giorni dopo la perdita del lavoro. Quei primi giorni sono chiamati, infatti, “periodo di carenza”, un intervallo di tempo non indennizzato durante il quale l’indennità non spetta. Ma se il lavoratore trova un altro lavoro, anche compatibile con la NASPI, il beneficio non sarà riconosciuto. Proprio perché si è rioccupato nel periodo di carenza.
La NASPI, inoltre, non sarà riconosciuta se il lavoratore che ha perduto l’occupazione in questione non è disoccupato. Avere altro lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche part time, nega il diritto all’indennità.