Quali sono i 3 bonifici da non fare mai per non allertare il Fisco? Come funziona quando si eseguono delle operazioni di trasferimento di denaro che fanno scattare i controlli fiscali? In questo articolo, il comitato tecnico di Proiezionidiborsa vi illustra quali operazioni eseguibili tramite bonifico potrebbero talvolta risultare sospette.
Quando diventa rischiosa l’operazione di bonifico?
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I trasferimenti di denaro, talvolta, non rispettano le vigenti leggi fiscali. Per non rischiare che il Fisco avvii delle indagini sul conto corrente del risparmiatore, quest’ultimo deve prestare particolare attenzione ad alcuni aspetti.
Per quanto riguarda i bonifici bancari, sappiamo che si tratta di movimentazioni assai frequenti sui conti correnti. Il bonifico rappresenta attualmente una delle modalità di pagamento o trasferimento di denaro assai sicura e tracciabile. Malgrado ciò, esistono dei rischi legati a tale operazione bancaria che è sempre bene conoscere per non incappare in errori punibili e sanzionabili.
Bonifici legati a trasferimento di denaro non documentabili
Quali sono i 3 bonifici da non fare mai per non allertare il Fisco dunque? Questo problema potrebbe riguardare, ad esempio, i rimborsi o le donazioni. Secondo quanto stabilisce la Legge, ci sono delle donazioni che non richiedono il pagamento di un’imposta e altre sì. Se pensiamo al trasferimento di denaro di padre in figlio o tra coniugi, non si prevede il pagamento di un’aliquota fino ad un certa somma. Per le donazioni in favore di altri soggetti, indipendentemente dall’importo, è previsto il pagamento di un’aliquota pari all’8% della somma.
Se decidete di trasferire denaro ad un amico, sarà bene firmare una scrittura privata o un atto notarile che determini la natura del trasferimento. In caso contrario, il Fisco potrebbe leggere tale operazione come un tentativo di evasione fiscale. Ben più rischiosi diverrebbero i bonifici periodici eseguiti all’indirizzo della stessa persona non legata da vincoli di parentela o altro. Questi potrebbero far desumere l’esistenza di un rapporto di lavoro non registrato o di un contratto di affitto in nero. Per ogni operazione che si esegue tramite bonifico, quindi, il consiglio è sempre quello di avere una documentazione che attesti le ragioni del trasferimento monetario.
Per sapere cosa inserire nella causale del bonifico, è possibile consultare la pagina qui.
Bonifici per il pagamento di false ricevute o fatture
Tra i 3 bonifici da non fare mai per non allertare il Fisco segnaliamo quelli legati a pagamenti inesistenti. In questo caso, il rischio riguarda tanto chi emette il falso documento fiscale quanto chi ne corrisponde il pagamento. Secondo quanto stabilisce il D.L. n.124 del 26 ottobre 2019 relativamente ai reati tributari, l’emissione di falsa documentazione fiscale rientra a pieno titolo. Chi si configura come destinatario e pagatore della falsa fattura, concorre assieme all’emittente per il reato previsto dall’art. 8 del D. Lgs. 74/2000. Attenzione dunque ad ordinare bonifici a pagamento di false fatture o documenti fiscali, le conseguenze potrebbero essere piuttosto severe.
Operazioni da o verso l’Estero: attenzione al rispetto delle norme fiscali
Quando si eseguono operazioni verso conti correnti esteri o si ricevono soldi dall’Estero, è sempre bene usare le dovute precauzioni. Il rischio si pone in particolare se l’operazione non ha una correlativa giustificazione all’interno della dichiarazione dei redditi del correntista che riceve il denaro. Questo, naturalmente, non vale se la ricezione dei soldi è legata al pagamento di stipendio o di una fattura che il contribuente ha regolarmente emesso. Anche per questo caso, si ritorna alla indicazione iniziale circa la dimostrabilità della movimentazione. Se è presente una scrittura con datazione certa, questa può essere portata a dimostrazione della liceità del trasferimento di denaro. In caso contrario, il Fisco potrebbe etichettare il correntista come evasore se sussistono determinati e particolari elementi.