I 209 miliardi di euro del Recovery Fund basteranno a rilanciare il PIL?
Solo ieri mattina il Premier Conte ha incontrato a Palazzo Chigi i capigruppo dei partiti di maggioranza, per fare il punto sul Recovery Plan. Mercoledì mattina, infatti, erano state approvate in seno al CIAE (Comitato Interministeriale agli Affari Europei) le linee guida da presentare in Europa. La consegna avverrà tra un mese circa. Ora ci chiediamo, i 209 miliardi di euro del Recovery Fund basteranno a rilanciare il PIL e ad imprimere la svolta all’economia italiana? Entriamo nel vivo.
Le linee guida indicate dal ministro Gualtieri
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Come anticipato, a metà ottobre andranno presentate a Bruxelles le linee guida che indicheranno lungo quali direzioni l’Italia intenda spendere i fondi europei. A gennaio 2021, invece, sarà la volta delle schede progetto con gli interventi concreti che saranno attuati.
Ora, per rispondere al quesito se i fondi comunitari aiuteranno il PIL italiano a invertire il trend, occorre capire come essi saranno spesi. Ossia, si useranno per gli investimenti o per tagliere altre voci di spesa? Le teorie economiche insegnano infatti che i primi attivano la produzione e quindi generano valore aggiunto. I secondi invece, grosso modo, non smuovono più di tanto lo stato attuale delle cose. Non resta quindi che capire su quali fronti si muoveranno le linee guida.
Le aree d’intervento
Le linee guida sono articolate in sei misure che, ha affermato il ministro Gualtieri, serviranno a migliorare e a rendere più moderno ed inclusivo il nostro paese. Non si tratterà, secondo quanto dichiarato, di una semplice somma algebrica, di un’accozzaglia di progetti. Vediamo su quali aree d’intervento andranno ad incidere:
a) innovazione;
b) digitalizzazione;
c) sostenibilità ambientale;
d) infrastrutture;
e) coesione sociale;
f) coesione territoriale.
Capitolo innovazione
Tra le aree di intervento, c’è anzitutto quella dell’innovazione. Su questo fronte, gli sforzi del Governo andranno in due precise direzioni. La prima si occuperà della digitalizzazione della PA e mirerà a fornire, a imprese e a cittadini, l’identità unica digitale. La seconda mirerà invece ad accelerare l’implementazione della fibra ottica in 5G, su tutto il territorio nazionale.
Capitolo istruzione
Qui l’intento del Governo sarà quello di favorire le precondizioni di base che possano portare ad un incremento del numero di diplomati e di laureati. È risaputo, infatti, del gap esistente tra l’Italia ed il resto dei Paesi europei su tale fronte. Scendendo nel concreto, il Governo s’impegnerà su tre fronti: l’aumento delle quote di laureati e diplomati, la formazione dei docenti. Infine si precede di portare la fibra ottica in tutti i plessi scolastici, di ogni ordine e grado. Università incluse.
Fronte ambiente
Probabilmente uno dei fronti più affascinanti sarà proprio quello ambientale. Qui infatti s’innestano molteplici tematiche: contenimento delle emissioni, lotta all’inquinamento, sostegno a un settore economico ancora agli albori. Scendendo sul piano delle linee guida, queste si articoleranno in tre ambiti specifici. Vale a dire, un piano per l’idrogeno, uno per favorire lo sviluppo sostenibile, e infine l’attenzione ricade sulla maggiore diffusione dei trasporti, senza però impiego dei carburanti fossili.
I 209 miliardi di euro del Recovery Fund basteranno a rilanciare il PIL
Come si evince, si tratterà di trasformare in cantiere l’intero Paese da Nord a Sud, da un lato e di riformarlo da cima a fondo, dall’altro. Ovviamente non va dimenticato e sottaciuto l’altro grande fine di questa montagna di soldi: rilanciare l’economia nazionale. Ora, i 209 miliardi di euro del Recovery Fund in arrivo basteranno a rilanciare il PIL? Solo il tempo potrà dirlo. Di certo il Belpaese negli ultimi 2-3 decenni è rimasto decisamente indietro rispetto ai principali partner europei. Il buon esito o meno degli attuali intenti dipenderà dal lavoro di tutti, a cominciare dal Governo.
Alle sei linee guida si affiancheranno infine le c.d. politiche di supporto. Tra tutte, quella più attesa verte sulla tanto attesa riforma del Fisco. Qui l’obiettivo sarà duplice: per le imprese, cercare di ridurre gli oneri sul lavoro, per le famiglie, cercare di abbassare il carico dell’IRPEF.