Guadagnare investendo dove lo fanno i benestanti: cosa si deve fare?
Investire in Borsa non è una cosa semplice. Fortunatamente per tutti, è stato reso, nel corso degli anni, un processo più “democratico”. Situazione riservata agli inizi solo a chi possedeva capitali in grado di essere investiti, spesso milionari, la finanziarizzazione ha reso, come dicevamo, il processo di investimento qualcosa alla portata di tutti. Oggigiorno, grazie ai PAC, i Piani di Accumulo di Capitale, si può investire in borsa con solo 50 € al mese. Addirittura, nell’era tecnologica e degli smartphone, abbondano le app di servizi che consentono di mettere in Borsa i propri risparmi, a volte anche solo poche decine di centesimi. Quasi che fossero (come in realtà sono) dei salvadanai virtuali. Con il vantaggio di cercar di far fruttare quei risparmi.
Chi ha realmente del cash da investire, comunque, può ancor oggi contare su servizi che sono preclusi alla clientela retail.
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E che continueranno ad essere tali, se non altro per una singola ragione. La clientela cosiddetta “private” ha i mezzi per pagare questi servizi, il pubblico indistinto no. E’ per questo che alla clientela private sono offerte consulenze mirate ed offerte vantaggiose. Oltre a queste, networking di alto livello (cioè incontri esclusivi con altri membri della loro stessa classe sociale). E opportune occasioni mondane e culturali dove incontrare, incontrarsi e conoscersi. Questa tipologia di clientela può contare su dei consulenti d’investimento esclusivamente dedicati a loro i quali, essendo pagati a provvigione sul gestito di questi clienti facoltosi, si faranno in quattro per mantenerli. E per farlo, devono farli guadagnare. Quindi, come si fa a guadagnare investendo dove lo fanno gli investitori benestanti?
Guadagnare investendo dove lo fanno i benestanti
Da un po’ di tempo a questa parte, i prodotti che rispondono a criteri di investimento ESG (cioè ambientali, sociali e do governance) sono sulla bocca di tutti. La clientela più esclusiva, ovviamente, è da tempo esposta ed investita in questi prodotti. Già, ma quali? Una survey a livello delle principali banche private europee ha rivelato quanto interesse la clientela con possibilità di investimenti da 500.000 € in su abbia per questo settore. Soprattutto, quali asset class riscuotano l’interesse di un cliente facoltoso che voglia investire (anche) secondo criteri ESG.
- Il 67,3% dei clienti delle banche private europee si dice interessato ai prodotti ESG/SRI nell’azionario dei paesi sviluppati.
- Il 60% lo fa nel settore multi-asset. In questo settore si investe in un mix diversificato di asset class, tipicamente azioni, obbligazioni e valute, abbinandoli, a volte, a investimenti alternativi, come quelli nel settore immobiliare o in materie prime.
- Il 49,1% dimostra interesse nell’azionario dei paesi emergenti
- Il 38,2% guarda con occhio favorevole all’obbligazionario dei paesi emergenti
- Infine, il 32,7% dei clienti delle banche private europee si dice interessato ai prodotti ESG/SRI del settore obbligazionario dei paesi sviluppati.
Niente di eclatante, quindi. Nessun prodotto esotico, nessuna esposizione rivoluzionaria, mirabile, sesazionale o sconosciuta ai più. Le asset class sono quelle tradizionali, seppur con chiara matrice ESG/SRI. Di reale interesse è invece vedere in che percentuale e dove investa la clientela benestante. Ad una semplice, ma evidente, analisi, i benestanti investono in azioni sicure, e nei settori più diversificati e bilanciati. Ma, come indica la terza voce, quasi la metà di loro capisce che la reale crescita, anche ESG/SRI, è nei paesi emergenti.