Pronto ad incassare un altro grande successo, arriva al Cinema “Grazie Ragazzi”, l’ultimo capolavoro del regista Riccardo Milani. Attore protagonista un eccellente Antonio Albanese e un cast di riguardo. Tra gli altri, Sonia Bergamasco, Fabrizio Bentivoglio, Vinicio Marchioni, Andrea Lattanzi.
Milani vanta tra i suoi numerosi successi la regia di “Come un gatto in tangenziale”, “Scusate se esisto”, “Piano, solo” e molto altro. Per la TV, ricordiamo “Assunta Spina”, “Tutti pazzi per amore”, “Volare – la grande storia di Domenico Modugno”. Un grande talento tutto italiano, Milani ci presenta “Grazie Ragazzi” da ieri al Cinema.
A monte del film c’è la storia vera di un attore svedese. Ce ne può fare cenno?
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«Si tratta di una vicenda vera che si verifica in Svezia nel 1985. In sostanza un attore di poco successo viene invitato a tenere corsi di recitazione teatrale all’interno di un carcere. Quindi si trova di fronte persone che a primo acchito non lo ispirano molto. Poi però andrà incontro a delle sorprese».
Perché ha pensato di raccontare (con tutte le modifiche opportune) proprio questa storia?
«Spesso ho avuto modo di visitare delle carceri dove ho presentato alcuni film. Queste occasioni mi hanno permesso di scoprire che in tali contesti ci sono da sempre attività inclusive. Così conoscendo le persone e gli ambienti ho iniziato a costruire pian piano una linea di racconto». E con Grazie ragazzi, torna al cinema Antonio Albanese protagonista del grande successo di “Come un gatto in tangenziale” sempre per la regia di Milani.
Spesso il carcere apre le porte all’esterno con attività per detenuti. È però inevitabile considerare comunque aspetti molto forti, duri…
«Sicuramente. In carcere ti trovi a fare i conti con situazioni dure, è così. Però per rendere il tutto fruibile al grande pubblico e possibilmente non cupo e pesante, ho pensato di raccontare attraverso la commedia e l’ironia. Grazie ragazzi è una commedia dove l’aspetto umano è centrale. Proviamo a raccontare con simpatia la vita in quel luogo da parte di persone che certamente hanno un passato importante»
Antonio Albanese. Il successone di “Come un gatto in tangenziale” lo ha convinto ancora a puntare su di lui?
«Non solo. Anche il film “Mamma o papà?”. Conosco Antonio da anni e abbiamo in comune l’attenzione per un tipo di commedia attenta a temi civili e sociali. Per “Grazie ragazzi” ho pensato ad Antonio perché lui nel lavoro ha sempre un uso particolare del corpo. Inoltre riesce ad accostarsi con grande abilità ai personaggi che si trova davanti e riesce a tirare fuori il meglio. È la persona adatta»
Con Grazie ragazzi, torna al cinema Antonio Albanese. Dove avete girato?
«Nei penitenziari di Rebibbia e Velletri e siamo stati nei Teatri di diverse città come Perugia, Siena, il Teatro Argentina di Roma»
Qual è il significato ultimo del film?
«La storia riguarda cinque detenuti che non hanno mai avuto a che fare con la cultura fino a quando non arriva questo corso di teatro. Il film può testimoniare quanto l’arte, all’interno di un carcere, può rappresentare un fattore di libertà ed espressività»