Quando si resta vedovi si ha diritto a percepire una parte della pensione del coniuge defunto. Gli assegni previdenziali che l’INPS versa ogni mese ai superstiti hanno un importo variabile. Vi sono circostanze in cui l’Ente paga il 100% del trattamento pensionistico, altre in cui al beneficiario spetta soltanto il 15%. Inoltre l’ammontare delle prestazioni pensionistiche ai superstiti dipende molto dalla composizione del gruppo familiare. Se il coniuge superstite deve provvedere al mantenimento di figli minori o studenti universitari percepisce importi più elevati. Parimenti potrebbe ricevere assegni più bassi chi già percepisce stipendi o pensioni e supera determinate soglie di reddito.
A tal proposito i nostri consulenti hanno indicato a quanto ammonta la reversibilità di chi lavora o percepisce già una pensione. Anche le fasce di reddito cui appartiene il titolare della reversibilità potrebbero determinare una sensibile diminuzione degli assegni spettanti.
A seconda delle condizione economica dei beneficiari infatti cambia di molto l’importo dei ratei mensili. A titolo di esempio abbiamo indicato quanto percepisce di reversibilità la vedova o il vedovo che dichiara redditi inferiori a 25.000 euro. Con il nuovo anno invece grazie all’adeguamento ecco quanti soldi in più riceveranno i titolari di trattamento ai superstiti. È utile sottolineare che a partire da gennaio 2022 gli importi delle pensioni sono cresciuti per effetto della rivalutazione.
Gli aumenti sono più o meno consistenti e cambiano in base all’ammontare degli assegni pensionistici. Risultano pertanto più alti per chi solitamente percepisce fino a 2.000 euro lordi al mese. Inoltre si consideri che spettano fino a 280 euro in più sulle pensioni INPS delle vedove che posseggono alcuni specifici requisiti.
Grazie all’adeguamento ecco quanti soldi in più spettano sulla reversibilità delle vedove con pensioni inferiori a 1.000 euro
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A seguito dell’aumento delle pensioni l’INPS accrediterà più soldi sugli assegni mensili, ma si tratta di somme provvisorie. Tali cifre saranno infatti sottoposti a conguaglio all’inizio del 2023. Attualmente in base alle disposizioni del Decreto del 17 novembre 2021 del MEF l’adeguamento all’inflazione comporta un aumento degli assegni previdenziali. Di conseguenza anche i titolari di reversibilità hanno diritto ad importi più alti in misura progressiva. Spetterà pertanto il 100% della perequazione e quindi l’1,7% alle pensioni di importo pari a 4 volte il trattamento minimo. Tale percentuale interessa la maggior parte degli assegni pensionistici perché include quelli di importo inferiore ai 2.000 euro lordi.
In base a quanto detto si può pertanto definire in misura approssimativa l’aumento che riceveranno i percettori di reversibilità. Chi ad esempio nel 2021 percepiva 700 euro al mese riceverà 11,90 euro in più nel corso del 2022. Su base annua potrà quindi contare su un aumento degli assegni previdenziali pari all’incirca a 154 euro. Spettano invece 17,00 euro mensili di aumento ai coniugi superstiti che nel 2021 percepivano 1.000 euro al mese di reversibilità.