La telefonata di ieri tra il presidente USA Joe Biden e quello cinese Xi Jinping, ha ottenuto l’effetto sperato. Ovvero mantenere aperti i canali di comunicazione tra le due superpotenze, ma nulla più. Anzi, lo stesso Xi ha tenuto a sottolineare che in questa fase è meglio non scherzare con il fuoco. Il che, se non proprio un avviso, è stata una puntualizzazione che ha dato molto da pensare ai diplomatici a stelle e strisce. Ma in queste ore gli USA devono combattere contro altri fattori zavorranti, sia per l’economia che per la società, altrettanto complicati. Tra questi l’inflazione e la recessione tecnica.
Tra inflazione e recessione
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Mercoledì, infatti, la Federal Reserve ha ha alzato i tassi di 75 punti base, sottolineando l’intenzione di avviare una politica severa sul fronte del costo del denaro. Il che ha a sua volta implicitamente confermato la possibilità, indicata dagli osservatori, di un possibile rialzo ulteriore di 50 punti base anche a settembre.
C’è poi, come detto, anche il problema della recessione tecnica. Infatti la pubblicazione del PIL USA del secondo trimestre ha evidenziato un calo dello 0,9%, ben al di sotto del +0,3% previsto dagli analisti. Previsioni che, è bene sottolineare, erano a loro volta estremamente basse.
Gli USA devono combattere contro molti problemi sia interni che esterni
Sotto osservazione anche la spesa dei consumatori, in deciso calo. Infatti l’analisi del report evidenzia un calo dell’1% proprio sulle spese dei privati. Complice di questo calo soprattutto un aumento dell’indice dei prezzi al consumo, in aumento, per lo stesso trimestre, di circa l’8,6%. Sebbene le rassicurazioni del Presidente Biden siano arrivate immediatamente, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha ricordato che pur non essendoci problematiche sul settore del lavoro, ancora vivace, permangono comunque dei rischi.
Ad ogni modo gli effetti della tempesta perfetta nata da guerra in Ucraina, inflazione in rialzo e conseguenze del Covid ancora in circolazione sul Pianeta, sono stati evidenti sul fronte economico. Un quadro che potrebbe addirittura peggiorare, a livello mondiale, stando a quanto pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale qualche giorno fa. Infatti l’Organizzazione ha tagliato le stime di crescita globale esprimendo anche preoccupazione per l’economia di Europa e Stati Uniti.
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