L’11 aprile la BCE si riunirà per prendere una decisione relativa ai tassi di interesse. La Banca centrale, secondo le previsioni degli analisti, farà da apripista alla FED e alla BoE per quanto riguarda gli attesissimi tagli. Tuttavia, l’attesa è che il primo di questi avvenga più in là e cioè a giugno, precisamente nel corso della riunione del giorno 6. A questi dovrebbero seguire altri tre tagli entro la fine dell’anno, se tutto andasse per il verso giusto. Il Consiglio della BCE sta tenendo d’occhio non solo l’andamento dell’inflazione ma anche quello dei dati salariali, che verrà rivelato a maggio. Ma quali sono i dati relativi all’inflazione? Scopriamo che cosa dicono in merito le stime flash di Eurostat relative al mese appena trascorso, cioè quello di marzo.
Come è ben noto, l’inflazione e i tassi di interesse sono strettamente correlati. Le Banche centrali hanno fissato un target equilibrio del 2% che è, ormai, sempre più vicino sia negli Stati Uniti che in Europa.
Sia la FED che la BCE e la BoE stanno continuando ad adottare un atteggiamento attendista. Sono infatti consapevoli dei notevoli rischi che un taglio troppo anticipato dei tassi potrebbe recare all’economia. Allo stesso tempo, è anche importante non lasciar passare troppo tempo. Si tratta di una situazione delicata, che richiede grande attenzione.
Ecco quali sono gli ultimi dati sull’inflazione nell’Eurozona
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Fortunatamente, l’inflazione continua a scendere. Lo confermano anche i dati di marzo relativi all’Eurozona. Infatti, nel mese di febbraio l’inflazione era già scesa al 2,6%. Tuttavia, dopo il mese di marzo, almeno secondo le stime, si attesta a livelli ancora più bassi: 2,4%. I servizi restano la componente più elevata (4%), seguiti da alimentari, alcool e tabacco (2,7%), beni industriali non energetici (1,1%) ed energia (-1,8%). Ecco dunque quali sono gli ultimi dati sull’inflazione nell’Eurozona.
Insomma, è sempre più vicina al target di equilibrio fissato dalle Banche centrali. Proprio per questo, sebbene è improbabile che i tassi vengano tagliati nella riunione dell’11 aprile, ci si potrebbe star avvicinando al momento tanto atteso.
Vediamo perché il 2% è il target di equilibrio fissato dalle Banche centrali
Il target del 2% è stato fissato perché ritenuto un livello che non comporta un costo eccessivo per l’economia e per i cittadini. Inoltre, rappresenta un buon margine di sicurezza contro il rischio di deflazione, cioè la riduzione continua e generalizzata dei prezzi.
Quest’ultima, infatti, può essere dannosa quanto un’inflazione troppo elevata.
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