Unicredit è pronta a rilevare 1.250 sportelli del Monte dei Paschi di Siena, lo comunica la FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani). In effetti, gli sportelli bancomat MPS sono a rischio, cosa potrà succedere ai dipendenti e ai risparmiatori? L’operazione prevede l’acquisizione della banca MPS da parte di Unicredit, con il possibile rilevamento della maggior parte degli sportelli bancomat. Sarebbero esclusi dall’acquisizione circa 110 sportelli situati in Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. Inoltre, per circa 30/40 sportelli prevista la chiusura.
Gli sportelli bancomat MPS sono a rischio, cosa potrà succedere ai dipendenti e ai risparmiatori?
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La chiusura degli sportelli bancomat preoccupa molti dipendenti del gruppo MPS. Invece, nulla dovrebbe cambiare per i risparmiatori tranne il passaggio di banca.
Nel frattempo, con il meccanismo del fondo esuberi, molti dipendenti hanno aderito al pensionamento anticipato su base volontaria. Sono circa 70.000 i dipendenti che hanno deciso di accedere a questo meccanismo ed evitare il licenziamento.
Possono accedere al pensionamento anticipato, grazie al fondo esuberi bancari, i dipendenti che hanno raggiunto i requisiti minimi per il pensionamento. In effetti, si tratta dei lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato i requisiti anagrafici e contributivi entro cinque o sette anni (a seconda del Fondo di solidarietà del settore) dalla data della cessazione del rapporto di lavoro.
Infatti, con il meccanismo di pensionamento anticipato i lavoratori possono percepire uno stipendio ridotto del 20%. Lo stipendio ridotto si percepisce per sette anni, data in cui il lavoratore dovrebbe raggiungere la pensione di vecchiaia. Prima di aderire all’assegno di solidarietà bisogna considerare tutti gli aspetti e le clausole, per non avere bruschi contraccolpi.
Inoltre, il passaggio da MPS a Unicredit, potrebbe prevedere circa 5.000 esuberi. Secondo FABI (principale sindacato del settore), servirebbe un intervento da parte del Tesoro con un finanziamento a Monte Paschi di Siena. Inoltre, precisa che la trattativa è ancora da definire ed è simile alla trattativa del 2017 (per il salvataggio delle banche venete), che andò a buon fine grazie al finanziamento dello Stato.