Il pesce è uno degli alimenti principe della dieta mediterranea. In pochi, però, sanno valorizzarlo in ogni sua parte. Oggi scopriremo come fare e come e perché dovremmo riciclare e mangiare anche gli scarti più comuni. E a beneficiarne saranno sia il palato che la salute.
Un famoso detto della tradizione popolare recita: “del maiale non si butta via niente”. Venne coniato, si dice, nei periodi di guerra per ridurre gli sprechi in anni in cui il cibo scarseggiava. Un proverbio che possiamo tranquillamente applicare anche al pesce. Il pesce è uno degli alimenti più sani della nostra dieta e uno dei più leggeri. Spesso, però, facciamo l’errore di rimuoverne moltissime parti perché le riteniamo non commestibili o cattive di sapore. È il momento di correggere la rotta e di scoprire quali sono gli scarti del pesce che buttiamo e che fanno bene. Vediamo perché e come riutilizzarli in maniera innovativa in cucina.
Perché mangiare gli scarti del pesce e perché fanno bene?
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Alcuni pesci, anche poco conosciuti e consumati, sono vere e proprie miniere di minerali e vitamine preziose per l’organismo. I loro scarti non sono certamente da meno. Testa, guance, polpa del cranio. Gli stessi occhi, la pelle e addirittura la vescica natatoria.
Di solito li buttiamo, ma contengono anch’essi preziosi Omega 3, collagene e minerali preziosi per l’organismo. E hanno anche un sapore decisamente interessante.
Cosa fare con gli scarti come testa, guance e occhi?
Ogni scarto del pesce ha una dignità e merita di essere rivalutato. La testa è ricchissima di carne molto saporita. Possiamo mangiarla da cotta oppure utilizzarla da cruda per preparare uno sfiziosissimo fumetto di pesce. Fumetto di pesce con cui possiamo addirittura condire l’insalata di riso, la pasta o gli antipasti. Le guance, invece, sono una delle parti più tenere di tutto l’animale.
Per non parlare degli occhi, parte che in Italia mangiamo mal volentieri ma che in molti Paesi sono considerati una prelibatezza assoluta. Il motivo? Gli occhi hanno la capacità di assorbire i sapori nel processo di cottura. E in più possiamo usarli come elemento addensante per le creme di pesce. Superiamo la diffidenza e assaggiamoli. Non ce ne pentiremo.
Gli scarti del pesce che buttiamo e che fanno bene: come cucinarli evitando i soliti brodo o fumetto
Mangiare la polpa di testa e guance e trasformare gli scarti, pelle e lische comprese, in brodi o fumetti è la soluzione più comune. Ma con un po’ di creatività e fantasia possiamo trasformare queste parti del pesce in veri e propri piatti gourmet. Basti pensare che c’è addirittura chi frigge la vescica natatoria e ci sono cuochi che consigliano il sanguinaccio di pesce da preparare con gli scarti.
Se non vogliamo osare così tanto niente paura. Possiamo usare gli scarti (dopo aver eliminato le spine) per cucinare delle incredibili polpette di pesce. Una ricetta antispreco che farà felice tutta la famiglia.