Gli italiani vogliono consulenti donne e fondi guidati da donne

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Women power: gli italiani vogliono consulenti donne e fondi guidati da donne. Proprio così. Gli italiani pare abbiano voglia di cambiamento, almeno nel settore finanziario. Settore notoriamente inflazionato da una ricca presenza maschile, per fortuna sempre più in riduzione. E diciamo fortuna non per sciocco e modaiolo appoggio a tematiche dell’ultimo momento, ma a ragion veduta. Crediamo infatti che il fatto di essere persone pratiche e senza fronzoli, connaturato all’”universo donna”, ben si adatti alla consulenza. E le donne hanno dimostrato da moltissimi anni la loro abilità con le tematiche STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica). Tematiche di cui la finanza si occupa sempre di più, sia in sede di analisi che di generazione di prodotti. Quindi gli italiani vogliono sempre di più consulenti donne e fondi guidati da donne.

Women power: gli italiani vogliono consulenti donne e fondi guidati da donne

4 italiani su 10 preferirebbe investire in un’azienda o in fondi di investimento guidati da donne. E la stessa percentuale sceglierebbe un consulente finanziario donna. Un apprezzamento che rimane stabile trasversalmente a territori, livello di istruzione e condizione economica. Volete invece un dato veramente curioso? Le donne che sceglierebbero dove investire, ed il tipo di consulente a cui affidarsi, in base a scelte di genere sono esattamente la stessa percentuale dei maschi. Esattamente il 40%. Se non ve ne siete accorti, la cosa indica un bias piuttosto preoccupante. Che 4 persone su 10 preferiscano investire in base al genere per questioni di fiducia non è una buona cosa. Non lo è perché il genere non c’entra niente col fatto di essere un bravo consulente. Questi dati emergono dal rapporto Censis-Assogestioni “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19”.

La diversità conta, prima e dopo il Covid-19. Ecco la risposta chiara e univoca che italiani e consulenti finanziari danno al quesito di fondo del progetto Censis-Assogestioni. Nel pre Covid-19 3 consulenti finanziari su 4 descrivono il proprio portafoglio clienti connotato da una ampia e articolata diversità. Diversità demografica, economica, sociale, culturale e territoriale. E praticamente tutti reputano molto o abbastanza importante la diversità nei rapporti con i clienti. Quali sono le variabili strutturali che più contano nel rapporto della clientela con risparmio e investimenti? I consulenti mettono al primo posto le disponibilità economiche, seguite da età, professione svolta, tipologia familiare, titolo di studio.

La diversità per gli italiani

Se la propensione al risparmio degli italiani è trasversale a territori e gruppi sociali, il valore della diversità emerge nelle preferenze sugli utilizzi. In particolare, 4 italiani su 10 preferisce tenere i soldi liquidi. Valori più elevati si ritrovano tra chi ha bassi redditi, seguito da livelli inferiori di scolarità, lavoratori esecutivi, residenti nel Sud e Isole. Se il contante nei portafogli incontra un apprezzamento sociale trasversale, ad esso vi guarda più chi si colloca in basso nella scala sociale. Prediligono gli investimenti finanziari gli alti redditi. Poi i laureati, gli imprenditori, i dirigenti, i residenti nel Nord.

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