Il rialzo dei tassi deciso dalla BCE ha diverse conseguenze per l’economia italiana e tocca da vicino gli interessi economici e finanziari delle famiglie. Ecco perché diventa importante capire cosa potrà accadere nei prossimi mesi e quale strategia conviene adottare per proteggersi da ulteriori eventuali rialzi. Gli italiani sono in ansia, andiamo a capire se questa è giustificata o meno.
La Banca Centrale Europea (BCE) il 4 maggio ha deciso di alzare ancora il costo del denaro, portandolo al 3,75%. Si tratta del settimo rialzo consecutivo dal luglio del 2022. Questa mossa ha lo scopo di contrastare l’inflazione, che ha raggiunto il 7% nell’area euro ad aprile di quest’anno ma nei mesi scorsi ha sfiorato il 10%. Questo obiettivo è ben al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Banca europea.
Mutui più cari per chi già li ha ma anche per chi li deve accendere
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Il rialzo dei tassi ha una conseguenza diretta sulla vita delle famiglie e delle imprese. Analizziamo brevemente gli impatti più immediati e rilevanti. Il primo effetto si fa sentire sul mercato immobiliare e sull’edilizia. Chi ha un mutuo per l’acquisto di una casa deve fare i conti con un aumento delle rate mensili, soprattutto se ha scelto il tasso variabile.
Secondo la Federazione autonoma bancari italiani (FABI), le rate di questi mutui hanno subito aumenti fino al 65%. Per esempio, un mutuo da 100.000 euro a 25 anni con un tasso variabile al 2%, nel 2021 aveva una rata mensile di 423 euro. Adesso con il tasso al 3,75%, ma in certi casi anche superiore, la rata è salita a 699 euro. Chi ha optato per il tasso fisso, invece, non subisce variazioni nelle rate, ma deve pagare un costo maggiore all’atto della stipula del mutuo.
Sale il costo dei finanziamenti e scende quello del ricorso all’indebitamento
Un altro settore che risente del rialzo dei tassi è quello del credito al consumo e dei prestiti personali. L’esempio classico è quello dell’auto, che oggi in genere si compra con un finanziamento. Oggi acquistare a rate una vettura da 25.000 euro con un finanziamento decennale, potrebbe costare 8.000 euro in più rispetto al 2021. Per questo le famiglie e le imprese sono più restie a indebitarsi per acquistare beni e servizi o per investire.
Lo dimostra un dato. Le banche hanno erogato 253 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, livello simile a quello del 2017, ma in calo rispetto alla tendenza degli ultimi mesi. Il calo della domanda di credito da parte delle famiglie, ma anche dell’indebitamento da parte delle imprese, porta a una riduzione della domanda interna e della crescita economica. Inoltre, le imprese devono affrontare maggiori costi finanziari, che possono incidere sulla loro competitività e sulla loro capacità di creare occupazione. Da qui il timore che una stretta monetaria eccessiva possa portare a una recessione.
Gli italiani sono in ansia, ecco cosa può accadere al sistema bancario
Il rialzo dei tassi ha anche un impatto sui depositi bancari, che rappresentano la forma di risparmio più diffusa tra gli italiani. Da un lato, infatti, i depositanti potrebbero beneficiare di una maggiore remunerazione dei conti di deposito. Dall’altro, però, devono fare i conti con una serie di fattori di rischio e di cambiamento.
Tra i rischi ci sono quelli legati alla solidità delle banche. Queste potrebbero subire perdite sui loro portafogli obbligazionari a causa della diminuzione dei prezzi dei titoli. I recenti fallimenti di alcune banche americane, prima tra tutte Silicon Valley Bank e le difficoltà di Credit Suisse e Deutsche bank rappresentano un monito.
Quale scenario ci attende e cosa fare?
Adesso le strade della BCE sono 2: continuare nella politica dei rialzi oppure fermarsi. Gli italiani sono in ansia sugli sviluppi di questo scenario. Gli analisti optano per un altro aumento di un quarto di punto nella riunione del 15 giugno e per una pausa per tutto il resto dell’anno. Dal 2024 potrebbe iniziare un graduale ribasso. Ma potrebbe accadere anche che il dato a maggio dell’inflazione sia incoraggiante e i dati sulla crescita economica in Europa non brillanti. In questo caso la BCE potrebbe anche scegliere di mantenere i tassi all’attuale livello del 3,75%.
Impossibile saperlo, ma sappiamo che dopo il primo appuntamento senza rialzo dei tassi potrebbe essere segnare la fine della politica restrittiva. Le famiglie che devono prendere una decisione che potrebbe essere condizionata da un aumento dei tassi, dovrebbero rimandarla, se possibile. Almeno fino alla prima riunione in cui il costo del denaro non sarà ritoccato. In quel momento sapremo che molto probabilmente i rendimenti e i tassi su mutui e finanziamenti cesseranno di salire.