Noi italiani quando si parla di spaghetti ci sentiamo sempre e comunque citati in causa. In special modo, se a parlare di pasta sono degli stranieri, pensiamo che abbiano torto a prescindere. Infatti, spesso chi non è nato nel nostro Paese non ha quel legame così forte con questo piatto iconico.
Tra tutti i tipi di pasta che esistono ce n’è forse uno a cui teniamo in particolar modo. Sono gli spaghetti, pasta lunga che mangiamo fin dalla nostra più tenera infanzia. In Italia li cuciniamo tutti allo stesso modo. Da Nord a Sud, infatti, li mettiamo per interi nella pentola e cerchiamo di girarli con il calore dell’acqua bollente.
Infatti, pensare di romperli a metà viene in mente davvero a pochissimi italiani. Lo spaghetto dovrebbe essere ben lungo e arrotolato nel piatto, sia per prendere tutto il cibo sia per una questione estetica. Non tutti, però, sono concordi nell’affermare questo principio. Infatti, gli esperti spiegano che spezzare a metà gli spaghetti prima di cuocerli non è un errore.
Lo studio del Massachusetts Institute of Technology
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Ciò che noi italiani non vogliamo, però, ammettere è che il vero problema di rompere gli spaghetti non è tanto romperli in sé. Il vero dilemma è quello di riuscire a romperli al massimo in due parti, e non in troppi piccoli pezzetti che sennò in pentola diventerebbero come dei vermicelli. Impossibile poi fargli prendere bene il sugo e renderli omogenei nel piatto.
Nel 1939 un fisico di grande fama aveva provato a capire perché gli spaghetti si rompono in più punti. Richard Feynman, il fisico in questione, però, la risposta non l’aveva trovata. Abbiamo dovuto aspettare il 2005 per avere una risposta soddisfacente, che arriva da due altri fisici, Basil Audoly e Sébastien Neukrich.
Senza entrare in spiegazioni di natura fisica troppo complesse, gli esperti hanno detto che quando cerchiamo di spezzare uno spaghetto a metà e lo prendiamo dalle due estremità, la nostra forza si trasforma in onde che all’interno dello spaghetto causano tante piccole fratture. Alcune si rompono completamente ed è per questo che lo spaghetto poi si rompe in vari pezzi.
Gli esperti spiegano che spezzare a metà gli spaghetti prima di cuocerli non è un errore
Per riuscire nel difficile intento dovremmo cercare non si spezzarlo, ma di attorcigliarlo. La forza che eserciteremo si concentrerà così soltanto in un punto, consentendo allo spaghetto di rompersi soltanto in due. Così facendo, riusciremo ad avere una pasta molto più gestibile in fase di cottura e preparazione.
Da una parte, infatti, avere uno spaghetto spezzato a metà ci consentirà di farlo cuocere meglio in qualsiasi pentola e non dovremmo necessariamente avere delle pentole molto grandi.
In secondo luogo, anche quando andremo a far saltare lo spaghetto nei sughi anche in quelli più raffinati ed esigenti avremo sempre più manualità. Dunque, l’errore non è tanto di rompere lo spaghetto, ma di farlo nel modo giusto ed avere al massimo degli spaghetti rotti a metà.
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