Una cosa ormai nota a tutti e che i debiti di un defunto passano agli eredi alla pari di case, terreni, fabbricati e soldi. In parole povere un erede subentra nel lascito di un defunto sia per quanto concerne le attività che le passività di una successione ereditaria. Come si ripartiscono i beni attivi, così si ripartiscono anche le passività del lascito del deceduto. Tutto diviso in quota, naturalmente, con delle regole, però, particolari e diverse in base alla natura del debito.
Gli eredi pagheranno IRPEF e imposte di successione anche per la quota dell’erede che non vuole pagare pur se ha accettato l’eredità del defunto mentre per IMU e cartelle no
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Quando si diventa eredi, ciò che lascia il defunto passa di mano agli eredi. Se un soggetto diventa titolare di una parte del lascito del defunto, in misura pari ad 1/3, sarà pari ad 1/3 anche la sua quota sui debiti del defunto stesso. In termini pratici, ogni erede risponde per la sua quota.
In questo caso si parla di responsabilità parziaria, cioè limitata a quella parte di quota del debito a carico di un erede. È la Legge che consente di adottare questa soluzione, che di fatto finisce con il penalizzare il creditore. Quest’ultimo, infatti, non potrà mai rivalersi sugli altri eredi. Nemmeno se questi hanno già provveduto a pagare la loro parte di debito del defunto. Ognuno risponde per la sua quota e chi non vuole pagare subirà tutte le conseguenze del caso.
Su alcuni debiti tributari, però, tutti sono responsabili in solido
Il meccanismo della solidarietà parziaria vale per qualsiasi forma di debito, quindi anche per le tasse. Se il defunto, per esempio, ha lasciato debiti relativi all’IMU, il debito verrà ripartito in quote proporzionali a quelle con cui gli eredi sono subentrati nelle proprietà del defunto. Ognuno di essi sarà tenuto a pagare solo quella parte di debito. Se uno degli eredi non paga, il Comune a cui l’IMU è dovuta non potrà rivalersi sugli altri vedi.
Se il debito riguarda imposte di successione, o l’IRPEF o l’IRES, tutto cambia
In questo caso, infatti, l’Agenzia delle Entrate, se non incassa tutto ciò che il defunto doveva, può rivalersi anche sugli eredi che eventualmente hanno già pagato la loro quota. Si chiama, appunto, responsabilità solidale ed è quella che si applica a questi tributi.
Gli eredi pagheranno IRPEF e imposte di successione in maniera solidale, ma poi basta. Infatti, non è così per l’IMU, come già detto prima, ma anche per la TASI e per la tassa sui rifiuti per esempio, oppure per l’IVA o il bollo auto. In questi casi ogni erede va da solo, nel senso che il Fisco deve chiedere a ciascuno la sua parte di debito e agire verso ogni singolo inadempiente senza tirare in ballo gli altri.
Le comunicazioni e gli avvisi di pagamento sono validi anche se non raggiungono gli eredi al loro domicilio o residenza. La Legge, infatti, prevede che se entro 30 giorni gli eredi non comunicano il loro domicilio, dove vogliono ricevere gli atti, questi a nome di ciascun erede arriveranno all’ultimo domicilio del defunto. Saranno, inoltre, perfettamente validi per le successive azioni di riscossione coattiva da parte delle amministrazioni fiscali.
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