L’imposta di successione che si deve corrispondere all’Agenzia delle Entrate è una tassa che nel corso del tempo ha subito diverse evoluzioni. In linea generale essa nasce come imposta da applicare ai beni che si ricevono in eredità e solo a partire da alcune determinate quote. L’imposta non trova applicazione su qualsiasi genere di bene. Come specifica l’Agenzia delle Entrate, infatti, esistono alcuni beni che ne sono esenti e che quindi non si considerano nella valutazione del patrimonio. Questo è un aspetto molto interessante che consente di escludere alcuni elementi. Gli eredi non pagano la successione su questi beni e possono risparmiare soldi. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Quando scatta l’obbligo di pagare la successione e per chi
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Nata nel lontano 1862, la tassa di successione ha visto alcune modifiche nei Governi che si son succeduti nel tempo. Le riforme più recenti hanno portato a stabilire che attualmente non tutti i familiari devono corrispondere una quota al Fisco. È il caso ad esempio dei parenti in linea diretta come coniuge, figli o nipoti. Questi non pagano alcuna imposta se l’ammontare dell’eredità non supera 1 milione di euro. Nel caso in cui si superi tale quota, scattano le cosiddette “aliquote e franchigie” sulla cifra eccedente che variano dal 4% fino all’8%. Oltre a queste regole, possono vantare l’esenzione dal pagamento anche altri eredi che sottoscrivono l’atto di rinuncia. Tutti i dettagli sono consultabili nell’articolo “Nessuna imposta di successione agli eredi che presentano questo documento all’Agenzia delle Entrate”. L’esenzione si applica non solo in presenza di determinati eredi o importi, ma anche su specifici beni.
Gli eredi non pagano la successione su questi beni e possono risparmiare soldi
Molti beni che si ricevono in donazione godono dell’esenzione dall’imposta. Nello specifico si tratta di beni quali: titoli di stato italiani o di altri Paesi UE (come ad esempio BOT e CCT); il TFR del lavoratore defunto così come i fondi di previdenza complementare; le assicurazioni sulla vita che aveva stipulato il defunto; le aziende ed i rami di aziende o le quote di controllo all’interno di società di capitali; inoltre, si ritengono esenti dall’attribuzione dell’imposta quei veicoli che risultano iscritti al Pubblico Registro Automobilistico. Questi beni non sono inclusi nell’attivo ereditario e non rientrano nel calcolo per l’imposta.
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