Nel caso di morte di un contribuente impiegato come dipendente presso un’azienda pubblica o privata, ai familiari spetta anche l’ammontare del TFR. Gli eredi hanno diritto a ricevere questi soldi e spesso non lo sanno anche se rinunciano di fatto all’eredità. Di seguito approfondiamo la questione sulla specifica tematica.
A chi vanno i soldi del lavoratore defunto?
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Il decesso del lavoratore dipendente determina in maniera automatica la risoluzione del rapporto di lavoro con l’azienda. Questo significa che la legge non prevede che un parente, un figlio o assimilato prenda il suo posto di lavoro. Un altro aspetto sul quale si sofferma la normativa riguarda la quota di TFR e altre spettanze che il lavoratore ha maturato fino al momento del suo decesso. Secondo quanto stabilisce l’art. 2118 del codice civile tali quote che il lavoratore ha maturato fino alla cessazione del contratto rappresentano un diritto acquisito. Parliamo dunque di tutte quelle quote che compongono: il TFR, la retribuzione corrente e le competenze di fine rapporto.
Laddove l’azienda non abbia ancora provveduto a liquidare il lavoratore, i familiari acquisiscono il diritto a ricevere gli indennizzi. In questi casi, le diverse quote seguono due distinte strade secondo la giurisprudenza. Difatti si parla di spettanze la cui devoluzione segue il principio “iure proprio” e altre che invece si attribuiscono secondo il principio “iure successionis”. Vediamo che significa.
Gli eredi hanno diritto a ricevere questi soldi e spesso non lo sanno
La corresponsione del Trattamento di Fine Rapporto agli eredi non rientra nell’asse ereditario. Questo significa che laddove l’erede decida di rinunciare all’eredità o accetti con beneficio di inventario, conserva ugualmente il diritto alla sua quota di TFR. Questo è quanto stabilisce l’art. 2122 del codice civile. Tali quote si assegnano per legge ai familiari superstiti e non si distribuiscono a titolo successorio. Esse si distribuiscono in base al seguente ordine di diritto: coniuge; figli, se viventi e a carico del lavoratore defunto; parenti entro il terzo grado o affini entro il secondo grado. In questi casi dunque gli eredi hanno diritto a ricevere questi soldi e spesso non lo sanno.
Per quanto riguarda invece le competenze che il lavoratore defunto ha maturato fino al momento della sua morte come si procede? Dove vanno a finire i soldi dell’ultimo stipendio, delle ferie non godute e delle indennità per ferie? Queste spettanze seguono un altro percorso, ossia quella che si fonda sullo “iure successionis”. Contrariamente a quanto accade per il TFR, tutte queste quote confluiscono nell’asse ereditario e si dividono in base alla successione legittima o quella testamentaria. Tutte le quote maturate dal lavoratore spettano dunque automaticamente agli eredi e seguono i principi che abbiamo sopra elencato.
Approfondimento
Qual è la quota obbligatoria di eredità a cui ciascun figlio ha diritto anche se c’è un testamento?