Valori così bassi non si vedevano da tempo. Forse dagli esordi quando il Movimento cercava pian piano di salire la china. Sapevamo che era in discesa ma non fino a questo punto. Le ultime stime lo danno al 13 virgola. Una percentuale molto bassa che imbarazza le posizioni dei più ottimisti. Eppure, Giuseppe Conte ce la stava mettendo tutta. Nella posizione contro la fornitura di armi all’Ucraina consapevole di quel sentiment italiano che inizia a temere il conflitto rispetto all’Italia. E poi nel dire la sua su più fronti a costo di creare maretta all’interno del Governo Draghi. Nel frattempo, però è giunta la mannaia del Tribunale di Napoli, dove è stato depositato un altro ricorso da parte di alcuni attivisti. È riemersa più candida di prima tutta la spaccatura interna al Movimento. Quella liaison tra Di Maio e Conte verosimilmente non è stata più ripristinata. Sarà che il primo, Ministro degli Esteri è troppo impegnato, ma non li abbiamo più visti insieme. Nemmeno a voler fingere. Non ce l’hanno fatta.
Le amministrative
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Anche a livello locale la situazione non pare rosea. Così vanno giù a picco i pentastellati. In molti territori l’alleanza con il Pd non sarebbe poi così scontata. Addirittura, in alcune realtà, metà dei pentastellati andrebbero a rinsaldare le fila del centrodestra e altri il Pd. E i cittadini queste scaramucce le percepiscono e non le perdonano. Forse perché leggono nella mancanza di compattezza, la volontà di molti di presiedere e dominare. Una contraddizione rispetto a quell’organizzazione interna di tipo orizzontale e democratica che pure aveva dato i natali al Movimento. Beninteso, dei leader sono sempre stati necessari. Ma adesso pare si siano messi troppi galli a cantare e ai cittadini non andrebbe giù. Perché ce lo dicono i sondaggi.
Giù a picco i pentastellati ai minimi storici nei sondaggi, è la fine del Movimento?
Così non fa mistero dell’aria di crisi Davide Casaleggio. Dichiara chiaramente che il «Movimento ha imboccato la via del declino che sta continuando a crescere». Che sia la fine del Movimento? Potrebbe anche darsi perché di fatto già le varie forze stavano bussando alle porte altrui. E a molti andava bene. Come al Pd, che adesso, sarà costretto a puntare su nuove alleanze. Perché il rischio è che incamerare persone del Movimento paradossalmente potrebbe distogliere alcuni elettori dal voto al centro sinistra. E quel che rischia Enrico Letta è che nella bagarre di indecisioni, molti che contavano sul Campo Largo, si voltino dalla parte di Giorgia Meloni.
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