In verità, al netto di qualsiasi presa di posizione politica, questa volta la Meloni ne esce da signora. La celeberrima Giorgia (Trodani), cantautrice di spessore come poche in Italia, cede al sentimentalismo e all’impulsività. Capita! Solo che, se lo si fa tramite social, quello che può sembrare solo un pensiero sugellato da un rapido clic, genera un’apocalisse mediatica. Così, la “figlia artistica” di Pippo Baudo, che viene fuori dalla meraviglia del testo “E poi…”, scrive sul suo profilo. La frase è nota perché prontamente ripresa da tutte le testate giornalistiche. In sintesi, la cantautrice dice che anche lei si chiama Giorgia ma… non dà fastidio a nessuno. Volutamente diciamo «fastidio» in luogo di una parola scurrile che non vogliamo riprendere. Evidentemente proprio non deve piacerle l’idea di una premier donna di destra, soprattutto se si tratta della Meloni.
Il testo remix
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Così assistiamo al match Giorgia & Giorgia, la cantautrice verso la politica. La prima parte col riferimento al titolo di un libro della Meloni, «Io sono Giorgia» che poi diventa anche l’oggetto di un testo musicale virale. Un vero tormentone ad opera del duo MEM & J. All’interno ci sono i contenuti principali della linea politica della leader di Fratelli D’Italia che chiaramente trae spunto dall’indice della pubblicazione del libro. Quindi «Io sono Giorgia», «sono una madre», «sono cristiana» e poi così per altri capitoli.
Giorgia & Giorgia, la cantautrice e la Meloni nello scontro su Instagram
Ma la Meloni se ne esce con stile. Prima di lei, reagisce in modo analogo Giovanna Botteri nei confronti di Michelle Hunziker che durante una puntata di Striscia la notizia ironizza sul look della giornalista. E la Botteri, di rara intelligenza, replica ricordando che la satira è libertà e chiude con un abbraccio a Michelle. Una vera signora. E la Meloni quasi è al pareggio. Infatti, al messaggio social dell’omonima cantante ribatte dicendo che ne apprezza e ammira tantissimo la voce, che definisce «straordinaria». Per giunta evidenzia che la ascolta volentieri e ricorda che «in democrazia» ciascuno è libero di non ascoltare ciò che non piace, «senza bisogno di insultare». E finora l’artista tace e non potrebbe fare altrimenti.
Da pochi giorni Giorgia Meloni è designata leader dell’alleanza con Forza Italia e Lega e, nel caso la coalizione dovesse vincere le elezioni, lei andrebbe al Governo come premier. Ben vista dagli States, ha già chiarito la sua posizione rispetto all’Ucraina, in linea con molti Paesi del Patto Atlantico. Consapevole dell’importanza del tema in agenda, unitamente ad altri punti dolenti delle priorità italiane.
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