L’Italia deve esportare prodotti ad alta qualità, ecosostenibili, tracciabili e rappresentativi delle nostre tradizioni e della nostra continua innovazione. Non sarà facile lo sforzo che ci aspetta nei prossimi anni. Dobbiamo puntare sulla logistica e non mollare. Anche se ci toccherà battagliare pure ‘in casa’ vale a dire nello spazio europeo. Gli italiani comprano l’olio straniero per risparmiare. L’UE predilige la protezione ambientale all’agricoltura. Dilaga il plagio dei nostri prodotti in Slovenia e Croazia. Subiamo la concorrenza sleale di Paesi come la Polonia che utilizza fitofarmaci che da noi sono banditi. Spagna e Portogallo vendono prodotti agroalimentari a prezzi più bassi.
Come se non bastasse, il nostro primo cliente, gli Usa, ha appena lanciato un piano di investimenti sui territori rurali per 52 miliardi di dollari. A cui si aggiungono 312 miliardi di investimenti in logistica. Puntano a una migliore circolazione dei prodotti americani, ai quali verrà data priorità assoluta. Ecco l’importante riflessione del Sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. L’intervista è stata rilasciata oggi alla redazione Economia e Mercati di ProiezionidiBorsa.
La missione di Gian Marco Centinaio è iniziata oltre 120 giorni fa. Quali sono i risultati conseguiti?
“Questo nuovo incarico è ricco di soddisfazioni e opportunità, le deleghe che mi sono state date dal Ministro Stefano Patuanelli sono molto importanti. Abbiamo cercato di risolvere i problemi delle filiere in crisi. Siamo intervenuti con 180 milioni di euro per il vino, 40 milioni per l’internazionalizzazione. Il vino è diventato una produzione sostenibile, siamo l’unico Paese in Europa a farlo. Abbiamo creato un ‘ombrello’ importante per la grandine, una minaccia che ci preoccupa questa settimana. Nel decreto sostegni bis sono stati assegnati 105 milioni di euro per le gelate. Abbiamo aggiunto anche le grandinate. Inoltre, sono stati assegnati 5 milioni anche al settore apistico”.
La nuova Presidenza Europea non sta dando abbastanza attenzione all’Italia.
“Ahimè il messaggio non è positivo. Il nuovo governo europeo ha poca attenzione all’agricoltura, tutte le politiche della nuova Pac non riguarderanno agricoltura e prodotti tipici ma solo la tutela ambientale. Riceveremo meno risorse e dovremo fare più sforzi. Per esempio nella direzione della logistica. Sia la logistica che le comunicazioni non sono sviluppate abbastanza, anche lo stoccaggio dei prodotti agroalimentari. Tutti si lamentano per i prodotti esteri che arrivano da Spagna e Portogallo. Un tir di frutta che arriva dalla Spagna costa meno di un tir che arriva dalla Calabria o dalla Sicilia. Stiamo cercando di risolvere questo problema col Viceministro Morelli”.
È un momento in cui si parla molto di Italia in campo sportivo e culturale. Cosa possiamo fare di più per promuoverla, anche di fronte al nuovo protezionismo americano?
“Speriamo che continui questo filone di italianità con le Olimpiadi in modo da farci conoscere meglio in Giappone e Asia. Stiamo facendo un ottimo lavoro reputazionale. Il nostro export tocca 43 miliardi di euro, con prodotti di altissimo livello qualitativo. Noi andiamo a produrre eccellenza, status symbol. Un melone italiano costa 60 euro in un mercato cinese, dunque stiamo vendendo il sogno. Le nostre aziende devono andare avanti in questa direzione. Negli ultimi anni era stato dimenticato un tavolo di lavoro tra produttori e trasformatori. Abbiamo deciso di farlo ripartire, di collaborare con Ministero degli Esteri e ministero dello sviluppo economico.”
Ci sono prodotti agricoli redditizi come ginseng bambù che non fanno parte della nostra biodiversità..
“Un sostegno per le tipicità italiane ci sarà nella prossima Pac. Ci sono progetti per aiutare anche l’innovazione, per lanciare la produzione di caffè e di mango anche in Italia. Prodotti nuovi, grazie al ricambio del clima che interessa il nostro Sud”.
Come vanno gli investimenti italiani in Nordafrica?
“L’Italia si sta muovendo, ci sono progetti di cooperazione sulla filiera orticola e sulla zootecnia, prevedono la costruzione di grandi fattorie. Vogliamo sostenere lo sviluppo di chi ha spazio, risorse e clima favorevole. Le nostre aziende impegnate in questi progetti hanno una caratura importante”.
Al G20 il Presidente Draghi ha apertura molto importante rispetto ai Paesi Balcanici come Macedonia del Nord, Albania, per integrarli in futuro. Là sono presenti anche molti imprenditori italiani…
“L’Europa ha messo gli occhi sui Paesi emergenti dei Balcani. Se entreranno, riceveranno gli aiuti Pac come a suo tempo avvenne per l’Italia. Questo non mi fa particolarmente felice. Comunque, i Paesi emergenti hanno una agricoltura diversa dalla nostra, intensiva. Non vogliamo però trovarci con una ennesima concorrenza sleale. Paghiamo tasse altissime, abbiamo controlli stringenti, limitazioni sui fitofarmaci. E poi ce li ritroviamo utilizzati in Paesi come la Polonia, che vende a costi più bassi dei nostri”.
Quali sono i punti fermi sui quali ci dobbiamo concentrare ora?
“Dobbiamo sostenere il vino l’olio che sta subendo una crisi importante. Però purtroppo anche il consumatore fa una scelta di prezzo. Dobbiamo tutelare la dieta mediterranea e vigilare sulle fake news sul latte”.
Che risultati abbiamo dalle campagne di contrasto sull’italian sounding?
“Risultati altissimi, ogni giorno blocchiamo tentativi di copiare i prodotti italiani. Ora l’attenzione si è spostata sul prosecco prodotto in Croazia e l’aceto balsamico prodotto in Slovenia. Chiediamo all’Europa di aiutarci a tutelare l’eccellenza e la qualità anche nello spazio europeo. È un lavoro estenuante nelle aule giudiziarie, i copioni in ‘casa nostra’ sono sempre più agguerriti e sempre più numerosi. “