Che si tratti di vedove, figli, genitori o altri familiari del defunto, il diritto alla pensione ai superstiti prevede delle regole per la fruizione del beneficio. Nel calcolo dell’ammontare complessivo dell’assegno mensile l’INPS tiene conto dei redditi del beneficiario che si vanno ad aggiungere a questa tutela economica. Questo è quanto stabilisce la Legge n. 335/1995. Per l’anno appena cominciato sono fissate le nuove soglie per il cumulo con altri redditi e di seguito vediamo i dettagli. Nel caso di discordanze, già da inizio 2022 l’INPS dimezzerà gli assegni mensili delle pensioni di reversibilità o indiretta a questi titolari.
Quali diritti acquisiscono i superstiti
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La pensione ai superstiti è una trattamento di natura previdenziale che l’Istituto Nazionale di Previdenza assicura ai familiari del defunto pensionato o lavoratore. L’importo dell’assegno può variare in maniera piuttosto considerevole in relazione al soggetto che acquisisce il diritto dal dante causa. Ecco perché può essere utile sapere a quanto ammonta la pensione di reversibilità in base al beneficiario. Se il titolare risulta la moglie o il marito del defunto, in determinate circostanze di vita si può ottenere un assegno integrativo.
Come abbiamo spiegato in un precedente approfondimento, oltre alla reversibilità le vedove possono ottenere anche questi assegni dall’INPS presentando istanza. Se da un lato si parla di integrazioni, dall’altro gli assegni ai superstiti possono subire notevoli tagli fino a ridurre il cedolino mensile del 50%. In questi casi ciò che potrebbe incidere sul calcolo della quota mensile è la rilevazione di ulteriori redditi attribuibili al beneficiario della reversibilità.
Già da inizio 2022 l’INPS dimezzerà gli assegni mensili delle pensioni di reversibilità o indiretta a questi titolari
Il cumulo delle pensioni ai superstiti con altri redditi subisce dei tagli che possono comportare una riduzione del 25%, 40% o 50%. Questo è quanto prevede l’articolo 1, comma 41, della Legge 8 agosto 1995 n. 335.
L’istituto di Previdenza Sociale con la nota circolare n. 197/2021 ha fissato i nuovi limiti che per l’anno 2022 si applicheranno ai calcoli. Spesso tali riduzioni non si registrano nell’immediato, ma possono trascorrere degli anni prima dell’effettivo provvedimento. Questo accade in particolare se non si presenta il modello RED all’INPS o un equivalente modello della dichiarazione dei redditi. È proprio grazie all’invio del modello RED e dei dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate che l’INPS può determinare l’eventuale decurtazione degli importi sulla pensione ai superstiti.
Nel 2022, i limiti di reddito da rispettare sono stati stabiliti. I titolari del diritto che hanno redditi fino a 20.429,37 euro, non subiscono tagli alla reversibilità. Se invece i redditi sono compresi tra 20.429,37 e 27.239,16 euro, allora scatta una riduzione dell’assegno pari al 25%. Quando i redditi prodotti si attestano tra 27.239,16 e 34.048,95 euro, allora il taglio raggiunge un valore pari al 40% dell’assegno ai superstiti percepito. Con redditi superiori a 34.048,95 euro al beneficiario del diritto l’INPS dimezza la quota di pensione ai superstiti versata.
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