Gambe e caviglie gonfie sono una condizione diffusa che interessa sia pazienti che soffrono di insufficienza venosa, sia coloro che conducono uno stile di vita particolarmente sedentario praticando poca attività fisica.
La fragilità e la dilatazione capillare
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La fragilità capillare interessa soprattutto le donne, una condizione a carico dei vasi più piccoli, tale per cui questi si rompono e si formano dei lividi. Generalmente le donne quando parlano di fragilità capillare si riferiscono ai capillari dilatati, soprattutto sulle cosce. Spesso un ristagno di sangue nelle vene superficiali delle gambe è causa di una dilatazione dei vasi che perdono elasticità.
Stile di vita sedentario
Condurre uno stile di vita particolarmente sedentario comporta poca attività fisica, magari anche in conseguenza allo smart-working che ha modificato le abitudini di molte persone durante i mesi di pandemia COVID-19. E’ probabile che alla fine della giornata, dopo aver trascorso diverse ore seduti alla scrivania o in piedi in posizioni statiche, caviglie e gambe ne risentano.
Gambe gonfie e doloranti e come si potrebbero curare
Prima di tutto bisogna mantenersi idratati e scegliere un’alimentazione equilibrata utile a contrastare il gonfiore. Si consiglia di riposare mantenendo le gambe lievemente sollevate, questo serve ad aumentare il drenaggio di liquidi dalle gambe. Tra i rimedi per le gambe gonfie, c’è quello di camminare, in quanto l’attività dei muscoli del polpaccio funziona come una sorta di pompa che aiuta ad eliminare i liquidi in eccesso. Gambe gonfie e doloranti, curarle si può, è necessario non trascurare la patologia, in particolare rivolgersi al medico di medicina generale o allo specialista quando il gonfiore si associa ad altri disturbi.
Infine per quanto riguarda l’insufficienza venosa, i casi meno severi possono essere trattati semplicemente modificando il proprio stile di vita, per altri pazienti invece è necessaria una cura farmacologica o l’utilizzo di calze elastiche. In casi più gravi, infine può essere necessario ricorrere alla chirurgia. Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici, bisogna tuttavia tenere presente che oggi alle tecniche di chirurgia classiche si affiancano metodi mini-invasivi, come l’ablazione della vena safena.
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